L’Alligatore torna per festeggiare trent’anni: A esequie avvenute.

Il ritorno dell’Alligatore: tra amicizia, onore e il tempo che non perdona, Massimo Carlotto firma un noir maturo e struggente

È un inverno gelido nelle paludi del Nordest. Una donna è stata rapita, ma il sospetto che l’abbiano uccisa cresce di ora in ora. E Marco Buratti, l’Alligatore, è determinato a ristabilire la verità a ogni costo, anche quando non interessa più a nessuno. Loris Pozza è il classico criminale esperto in «magheggi»: truffe, fatture false, capitali che finiscono nella banca cinese clandestina. Quando la sua amante moldava viene rapita, l’incarico di consegnare il riscatto è affidato a Marco Buratti, investigatore senza licenza, e ai suoi soci Max la Memoria e Beniamino Rossini.

Ma qualcosa va storto e la donna, nonostante il pagamento di un milione di euro, non viene liberata. L’Alligatore inizia così un’indagine non autorizzata per impedire che una vittima rimanga senza giustizia, a dispetto di chi vorrebbe mettere tutto a tacere. Nel frattempo Rossini, che ogni tanto abbandona il suo vecchio mestiere di bandito per dedicarsi a salvare donne, libera una giovane ucraina sfruttata dalla mafia del suo Paese. Questa volta, però, la rappresaglia che si scatena è terribile.

Una resa dei conti da cui nessuno uscirà indenne e che porterà l’Alligatore dove mai si era spinto. Per il ritorno dell’Alligatore, Massimo Carlotto scrive il suo noir più doloroso. Suona il suo blues più malinconico e sorprendente. «Avevamo scelto un’esistenza molto diversa dalle altre, da quelle dei regolari. E quando hai il cuore fuorilegge non puoi pretendere che batta a un altro ritmo».

Era il 1995 quando Marco Buratti, detto l’Alligatore, passava dalla penna di Massimo Carlotto ai tipi di E/O con La verità dell’alligatore. Lo faceva a solo pochi mesi di distanza da Il fuggiasco, biografia di una latitanza dolorosa, privata e universale, scritta con mano ispirata e impossibile da ridurre nella categoria del memoir. Otto anni fa, era il 2017, e/o pubblicava l’ultimo capitolo di quella saga: Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane. Oggi, a trent’anni dall’esordio, l’Alligatore torna, per la prima volta per Einaudi, e lo fa alla grande.

A esequie avvenute anticipa già nel titolo una separazione definitiva, ma Massimo Carlotto ha idee chiare e mano ferma e la domanda su chi sarà la vittima designata resta irrisolta fin quasi alla fine del romanzo, trasformandolo in un page-turner che ho divorato in due giorni, complice una scrittura pulita ed efficace.

Più che al lirismo, Carlotto si affida alla poesia asciutta delle azioni dei protagonisti, lasciando spesso alle Signore del Blues il compito di riempire i silenzi.

Di un romanzo così sarebbe un delitto anticipare la trama ma, tra perdite annunciate e crossover inattesi, possiamo dire che sia un romanzo che parla della difficile arte dell’amicizia tra uomini, di onore, di senso di sé. Di amore, soprattutto, e del tempo che passa inesorabile anche per chi, dalla vita, questo scherzo feroce non se lo sarebbe atteso mai.

Come sempre accade con Carlotto, A esequie avvenute è anche un noir che si fa leggere, spesso, con la sensazione di avere tra le mani un pezzo di giornalismo d’inchiesta, attento alle increspature che agitano tanto il mondo criminale quanto quello politico.

Ammesso, e non concesso affatto, che una soluzione di continuità esista ancora.

L’Alligatore è invecchiato e il mondo in cui si muove è sempre meno fedele alle regole del gioco che aveva imparato a suo tempo. O forse non lo è mai stato, e la stessa esistenza di regole universali e condivise, anche solo all’interno del mondo criminale, era una illusione che gli anni hanno portato via. O lasciato negli occhi di chi, come Marco Buratti, si porta il Blues nell’anima.

E chissà cosa ci aspettavamo potesse accadere dopo che, per anni, serie e film hanno glorificato la vita e le gesta di mafiosi e criminali e la cronaca ha relegato giudici e magistrati a sciocchi idealisti o pupazzi nelle mani della politica.

La speranza, tra le pagine di Carlotto, è affidata alle donne. Che siano Signore del Blues, vittime cui dedicare l’ennesimo folle atto di eroismo o semplicemente chi con noi percorre una parte del cammino, è alla loro visione che possiamo affidarci per trovare una via.

Massimo Carlotto è nato a Padova, dove vive. È considerato uno dei migliori scrittori di noir e hard boiled a livello internazionale. I suoi romanzi sono tradotti nelle principali lingue.

Per Einaudi ha pubblicato, con Francesco Abate, il bestseller Mi fido di te (2007 e 2015), Respiro corto (2012), Cocaina (con Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo, 2013), con Marco Videtta, i quattro romanzi del ciclo «Le Vendicatrici» (Ksenia, Eva, Sara e Luz; la serie è stata ripubblicata nei Super ET nel 2014), Trudy (2024 e 2025) e A esequie avvenute(2025).

Autore

  • Giovanni

    Scrittore, fotografo, Service Manager in una delle principali Software House italiane, è stato cofondatore del Blog Thrillerlife ed è socio fondatore della associazione culturale IlRecensore.it e della omonima rivista online.

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