ULTIMA NOTTE A TREMOR
SINOSSI
Peter Harper ha bisogno di una pausa. Dal dolore del divorzio, dall’insoddisfazione di una carriera arrivata a un punto morto.
Perciò decide di passare l’estate in un villaggio isolato sulla costa irlandese, dove le giornate scorrono lente e la sera ci si addormenta ascoltando le onde che s’infrangono sulle scogliere. Lontano da ogni preoccupazione, Peter piano piano si rilassa, stringe amicizia con una coppia di vicini e inizia una relazione con Judie, anche lei americana in vacanza.
Poi, una notte, scoppia un temporale e Peter viene colpito da un fulmine. Si risveglia in ospedale ore dopo, con un mal di testa martellante e una sensazione che non provava da quando era bambino: un senso di pericolo imminente. Tante volte sua madre gli aveva detto che lui aveva il dono d’intuire prima degli altri cosa stava per succedere, che doveva fidarsi del suo istinto.
Peter non aveva mai creduto a quelle storie, ma adesso non sa più cosa pensare. Perché, non appena chiude gli occhi, lo tormentano incubi in cui Judie viene rapita e uccisa, perché strane ombre sembrano muoversi appena fuori del suo campo visivo e perché persino i suoi amici si comportano in maniera sospetta, come se avessero qualcosa da nascondere. Possibile che stia impazzendo? O quelle sono davvero premonizioni?
Peter deve saperlo, anche a costo di scoprire una verità che va oltre ogni più cupa immaginazione…
Un thriller psicologico pieno di suspense e atmosfera, che è valso all’autore la definizione di «Stephen King spagnolo».
RECENSIONE
Ultima notte a Tremor, ultima notte in una spiaggia irlandese praticamente deserta, salvo nei mesi estivi, quando qualche sporadico turista la sceglie come meta piuttosto originale.
Un contesto decisamente raccapricciante sia per le poche “anime” presenti ma anche per il loro atteggiamento e per la tempesta “Lucifero” annunciata ormai da giorni.
Peter Harper, protagonista in prima persona, ha deciso di prendersi il suo tempo per ritrovarsi, per riprendersi in modo da far tornare un poco di autostima e tanta ispirazione che gli riporti quella sua capacità di catturare la melodia prima che quel varco d’ispirazione si chiuda per sempre. Anche Pat Dunban, l’agente di Pete, stava iniziando a preoccuparsi per quella perdita di vena creativa e sarebbe stato un bel problema finanziario per entrambi.
Persino i gabbiani hanno abbandonato Tremor Beach… al posto loro arriva una voce senza volto, un sussurro.
Mentre i fulmini sull’oceano iniziano le loro danze luminose quale piega può prendere tutta questa storia?
Vite passate? Reincarnazioni? Visioni divine? Fantasmi?
Cosa sono quelle brevi frasi che Peter ode soltanto lui come presenze nelle sue orecchie?
Tante domande scaturiscono e si formano pagina dopo pagina; probabilmente la situazione familiare e lavorativa in cui si trova il protagonista potrebbe fornire una semplice e razionale risposta scientifica o verosimilmente una malattia mentale latente.
Infatti persino Jung e Freud giungono come riferimento ma anche tutto un mondo di collegamenti e parallelismi che poi vengono intessuti nella trama.
“Pazzia è vivere la vita come se non dovesse mai finire, Peter Harper. Approfittane. Accettala. Non aver paura di lei e ti darà tutto ciò che le chiedi.”
Un romanzo, Ultima notte a Tremor, che entusiasma, fin dalle prime pagine, quel genere di lettore attratto dalla tipica suspence del diverso e dello sconosciuto, del non ben chiaro e definito, del reale che si confonde con il surreale.
Diviso in tre parti, probabilmente una sorta di corpi principali, che però, come anche i capitoli, non sono ben delimitati e sfruttati, perché a parte la sensazione iniziale di aver una funzione di “respiro” o un minimo di esigenza temporale, il più delle volte risultano astrusi, forse per una sottigliezza dello scrittore che ahimè si fatica a percepire e comprendere.
La trama è veramente allettante e ricca di potenzialità, tali da far presagire un epilogo al cardiopalma che purtroppo però stenta ad arrivare, creando soltanto disagio e un senso di crescente fastidio.
Un carpe diem mancato, perché si perde per strada, soprattutto nell’ultima parte, quella forza iniziale degna della tempesta “Lucifero”.
Nulla è perduto, complessivamente è un libro scritto in modo scorrevole, attuale e spesso amabile nelle descrizioni dei luoghi e delle sensazioni che a loro volta emanano.
Le scene più cruente non sono così impressionanti o esagerate negli spargimenti di sangue e morte, anzi, sono quasi alleggerite per far sembrare tutto meno thriller e più dramma.
La scrittura è un po’ più debole nelle scene dinamiche ma i personaggi sono così ben scelti e caratterizzati che inducono il lettore a stargli accanto al di là di tutto e tutti.
Peter, ma anche Jodie, Marie, Leo e Beatrice riflettono un animo genuino che indifferentemente se mentono o meno, illustrano scelte onorevoli ed esemplari, da imitare. Ogni tanto però, ci si chiede se veramente è tutto così agile e semplice. Belle persone ma non tanto credibili, troppo facile.
Nel finale troverete una lettera… abbastanza scontata, prevedibile e prolissa che quasi richiede uno sforzo di pazienza. Probabilmente la scelta di epilogare il romanzo in quel modo può aver penalizzato, se non rovinato, tutto il bel pregresso.
L’aspettativa di un thriller che ha ispirato in poco tempo la produzione di una mini serie televisiva disponibile sulla piattaforma Netflix potrebbe non essere soddisfatta.
Titolo: Ultima notte a Tremor
Autore: Mikel Santiago
Editore: Casa Editrice Nord
Genere: Thriller psicologico
Traduttore: Sara Papini
AUTORE
Mikel Santiago è nato a Portugalete, nei Paesi Baschi, nel 1975.
Ha vissuto per dieci anni tra Dublino e Amsterdam e attualmente risiede a Bilbao, dove continua a suonare nella sua band. Ha cominciato a scrivere quasi per gioco, ma è diventato in breve tempo uno degli autori più venduti in Spagna.