Coi tacchi alti nei bassifondi Holly Woodlawn - ilRecensore.it
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Coi tacchi alti nei bassifondi di Holly Woodlawn

Coi tacchi alti nei bassifondi:  Le confessioni dell’ultima superstar di Andy Warhol

Una sera, incontrandola a una festa, Truman Capote l’ha accolta dicendole: “Holly, tu sei il volto degli anni Settanta!” E in effetti è difficile trovare una figura in grado di impersonare tutto il glamour, la frenesia creativa, la follia e lo spirito underground del decennio meglio di Holly Woodlawn.

Drag queen, marchetta, regina dei salotti artistici, spogliarellista, attrice in film d’avanguardia, tossicodipendente, cantante, musa ispiratrice di fotografi e musicisti: la Woodlawn è stata tutto questo, e molto altro ancora.

La sua vita appare persino troppo incredibile per essere vera: Lou Reed ha scritto la sua canzone più famosa, Walk on the Wild Side, per lei; Paul Morrisey l’ha scelta come protagonista di due cult-movie come Trash.I rifiuti di New York e Women in Revolt; Robert de Niro, giovanissimo, ha debuttato al suo fianco su un palcoscenico off-Broadway e Andy Warhol l’ha resa una delle principali Superstar della leggendaria Factory. E oggi Holly ha deciso di raccontare la sua vicenda umana e artistica in un libro che è al contempo spregiudicato ed esilarante.

Dall’infanzia come ragazzino malinconico a Portorico fino alla conquista dei palcoscenici in abiti femminili, passando per l’officina del padre della pop art, le memorie di Holly Woodlawn sono lo stupefacente ritratto di un’esistenza vissuta col piede costantemente premuto sull’acceleratore. Sempre senza rimpianti e con piglio da vero combattente. Perché, come scrive lei stessa: “Un sopravvissuto è uno che vivacchia in attesa di un domani migliore, un combattente è uno che scende in campo per cambiare subito in meglio le cose”.

“Holly came from Miami, F-L-A,

hitchhiked her way across the Usa

Plucked her eyebrowns on the way,

shaved her legs and then he was a she-

she says: “Hey, babe, take a walk on the wild side”. *

Lou Reed

“Walk on the Wild Side”

Mi sono imbattuta nella storia di Holly diversi anni fa e ho amato questa bizzarra creatura dal primo momento. Certo, l’ambientazione era favolosa, perché la New York dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, con tutta la sua scena Underground, era stata un momento di incredibile fervore creativo, ma a ben pensarci non era quello ciò che mi colpiva di più. Ciò che realmente mi affascinava era la personalità di Holly e il candore con cui raccontava la sua esistenza.

Una vita fatta di alcuni grandi successi e di molte grandi cadute, tutte narrate con lo stesso piglio divertito e leggero, nonostante in alcuni momenti tratti di episodi che avrebbero traumatizzato chiunque.

Ma non lei… Holly è riuscita a cadere cento volte e a rialzarsi cento e uno con una risata e una scrollata di spalle, mantenendo una purezza d’animo che traspare dal suo racconto e che fa in modo che tu ti affezioni e tifi per lei in tutte le situazioni, anche quelle in cui si comporta male. Eh già, perché anche quando questa ragazzaccia ruba, si droga e folleggia in qualunque vicolo sudicio della città tu non puoi far altro che volerle bene… E’ il suo superpotere… 

La storia di Holly è quella di un quindicenne di origine portoricana che scappa da casa con un amico e che lungo la strada si trasforma in una ragazza.

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Arrivata a New York senza un soldo e un appoggio si trova a fare i conti con una vita dura e ruvida che cercherà di vivere al meglio con l’aiuto dei suoi svariati compagni di strada, pescati nei bassifondi della metropoli. Lo spirito indomito di Holly e la sua meravigliosa attitudine alla vita le permetteranno non solo di non rimanere vittima di una città che può rivelarsi aspra verso chi non ha nulla, ma le consentiranno di farsi strada tra l’élite culturale underground di New York.

Holly è un tornado di chiffon e glitter che si abbatte su tutto ciò che incontra, è un fuoco d’artificio di paillettes capace di illuminare ogni cosa e la sua energia è talmente dirompente da essere notata da alcuni grandi personalità dello spettacolo dell’epoca. 

Non si prende mai veramente sul serio e osserva la vita con le lenti colorate dell’ironia. Smaschera con grazia la pochezza di alcune celebrità che ancora oggi portiamo in palmo di mano, ma non lo fa con malvagità. Il suo sguardo è sempre benevolo perché comprende fin da subito che le persone non sono perfette e che il mondo nel quale è entrata è un’arena in cui la gente si sfrutta l’un l’altra per avere notorietà.

Il suo è uno sguardo realista, che comprende le regole del gioco e vi si adatta cercando di trarne il meglio per la propria esistenza. Ecco, per esempio, come ci spiega l’origine del suo nome d’arte:

Il nome “Holly” fu ispirato dal personaggio di Holly Golightly di Colazione da Tiffany, interpretato da Audrey Hepburn, perché ci accomunava lo stesso fischio spaccatimpani per chiamare un taxi; “Woodlawn” deriva invece da un’altra fonte. Vedete, fino alla fine degli anni Sessanta la maggior parte delle Superstar femminili di Warhol erano giovani ereditiere di famiglie facoltose.

Baby Jane Holzer, Ultra Violet, Edie Sedgwick e Susan Bottomly erano alcune tra le miserabili principessine che fremevano dalla voglia di balzare sul trono che le spettava. E in mezzo c’ero io, che fremevo per i buoni pasto e saltavo addosso agli uomini! Diavolo, l’unica fortuna che potevo rivendicare era quella di un biscotto cinese, e anche quello di solito mi veniva rubato. Perciò, per avviarmi verso la celebrità, sapevo di aver bisogno di un’immagine.

Qualcosa di grandioso, statuario e favoloso! Volevo essere la successiva Venere di Warhol, e, con quel pensiero in mente, fu deciso che io, ex casalinga, spogliarellista e Miss Donut di Amsterdam, New York, sarei diventata l’ereditiera del cimitero Woodlawn.

Diavolo, suonava bene; mi dissi che chiunque possedesse tutto quel marmo e quel granito doveva pur valere qualche cosa. “. 

Questo passo è rappresentativo dello stile libero, impudico e sfrontato tenuto nel corso del libro: Coi tacchi alti nei bassifondi

La scrittura è semplice, chiara, discorsiva, sempre improntata a strappare un sorriso al lettore. Non desidera essere un saggio culturale sulla scena artistica e musicale della New York dell’epoca, ed è proprio per questo che riesce a rendere con grande vividezza e lucidità quel periodo storico; una realtà fatta di grande creatività e di grandi eccessi, di glamour e di squallore, di carnalità e di speranze.

Holly sopravvive a questa epoca sfrenata e lo fa con tutto l’ottimismo che le è proprio; un ottimismo non dovuto a superficialità ma ad uno spirito da combattente davvero da ammirare, soprattutto al giorno d’oggi, dove molto spesso il vittimismo la fa da padrone. Holly ci insegna ad essere coraggiosi, sfrontati, aperti al mondo e agli altri, perché non si sa mai chi ti potrebbe venire in aiuto sul tuo cammino. E, come le ripeteva sempre la sua amica e sodale Candy Darling: ” Ricorda, pancia in dentro, spalle dritte e testa alta. Non sei soltanto una star, sei una Superstar.

* "Holly veniva da Miami (FLA), attraversò gli Usa in autostop, si strappò le sopracciglia lungo la strada, si depilò le gambe e lui diventò una lei- lei ti dice "Ehi bello, fatti un giro in un mondo diverso".
Holly Woodlawn con Andy Wharol - coi tacchi alti nei bassifondi - ilRecensore.it

HOLLY WOODLAWN: Holly Woodlawn (Juana Díaz, 26 ottobre 1946 – Los Angeles, 6 dicembre 2015) è stata un’attrice portoricana naturalizzata statunitense, superstar transgender di Andy Warhol e interprete dei film Trash. I rifiuti di New York (1970) e Women in Revolt (1971).

Nacque a Portorico con il nome di Harold Ajzenberg da madre portoricana e da un soldato americano di origine tedesca che abbandonò presto la sua nuova famiglia. Si trasferì giovanissimo con la madre e il suo nuovo marito a Miami, ma a quindici anni scappò con un amico a New York per trovare la sua strada.

Lì sbocciò in tutta la sua femminilità Holly Woodlawn, una queen sgargiante ed esuberante che riuscì, nonostante tutte le difficoltà che le si pararono davanti, ad entrare nella Factory di Andy Warhol e a dare prova del suo talento nel film Trash. I rifiuti di New York di Paul Morrisey.

La sua interpretazione fu talmente convincente da portare il regista George Cukor a fare una petizione affinché fosse candidata all’Oscar per la sua interpretazione

La sua carriera fu una serie di alti e bassi, e nell’ultimo periodo della sua vita Holly si esibì in show di cabaret che raccontavano storie sulla sua vita facendo il tutto esaurito a Los Angeles e New York. Morì a Los Angeles il 6 dicembre 2015

Jeff Copeland è nato nelle lussureggianti campagne di O’Fallon nel Missouri, figlio di un barbiere cantante country di nome Danny e di una vistosa modella di nome Dottie. Produttore e sceneggiatore americano, ha lavorato per diverse televisioni, tra cui ABC, FOX, e HGTV. E’ stato candidato agli Emmy Award.

Autore

  • Ambra Devoti

    Ambra Devoti, nata a Piacenza nel 1984. Ha frequentato il liceo artistico nella sua città natale per poi trasferirsi a Firenze dove si è laureata all'Accademia delle Belle Arti. Appassionata di cinema, musica, arte e letteratura, assolutamente indispensabili per vivere una vita degna di essere vissuta

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