Francesca Diotallevi con Giulia Ciarapica
Francesca Diotallevi con Giulia Ciarapica

Un giorno di pioggia a parlare di Gustavo Rol con Francesca Diotallevi e G. Ciarapica 

Ore 18.30. Milano. Libreria Il Trittico.

Fuori c’è il diluvio universale e per arrivare si attraversa Milano come se fosse il passaggio del Mar Rosso.

Dentro, ad accogliermi ci sono Pietro e Vincenzo che mi mettono subito a mio agio.

Ancora qualche minuto e arrivano Francesca Diotallevi, autrice del romanzo L’ultimo mago (qui la recensione) con Giulia Ciarapica, che presenzia l’evento, e Giulia Maselli, social media manager della storica casa editrice Neri Pozza.

Francesca Diotallevi con Giulia Ciarapica

Inizia l’incontro e subito la prima domanda di Giulia ci porta dentro il meccanismo del romanzo.

Giulia: Come sei arrivata a Rol e alla voce di Nino?

Francesca Diotallevi: «Stavo attraversando un momento di crisi, avevo delle idee ma non abbastanza buone per andare avanti con un romanzo e mi lamentavo con il mio editor del periodo – quello di Stanze Buie – che mi disse che le cose più importanti di un romanzo sono quelle non dette, il lettore vuole spazio per l’immaginazione, si deve trovare un punto di equilibrio tra detto e non detto. E fu lì che mi disse: « Perchè non scrivi un libro su Gustavo Rol?»

Risposi subito che ci avrei pensato, ma sapevo già allora che la voce narrante non sarebbe stata quella di Rol

Giulia: Com’è nata, invece, la storia tra Giorgio, Miriam e Nino?

Francesca: «E’ una storia vera. E’ una storia della mia famiglia, che mi porto dietro da tanti anni e L’ultimo mago mi sembrava il romanzo giusto per inserirla. E’ la vera storia del fratello di mio nonno: mio nonno, suo fratello e la sua ragazza. Fu mio nonno a raccontarla. Ricordo che alle elementari ho intervistato il fratello di mio nonno e lui mi ha raccontato la sua storia, come se fossi una seria giornalista. Era una persona che non dava mai confidenza, un personaggio strano e traumatizzato. Come Nino è un esule in una terra straniera, come Nino va a Roma e capisce poi che vuole raccontare una storia, una grande storia, cosa che non gli riuscirà mai.»

Giulia: Gustavo Rol e Nino sono accomunati dal peso della solitudine, dalla solitudine di essere loro stessi. Quale è il collegamento tra i due?

Francesca: «Come ho detto all’inizio, sapevo di non volere che fosse Gustavo Rol a parlare in prima persona, quindi ho creato Nino e la sua voce, ma, come fa Henry James in Giro di vite, tutto quello che la fa da padrone è quello che ci mette il lettore, la sua immaginazione. Rol è sempre stato avvolto dal mistero e non era mio il compito di svelare il suo segreto, quindi non poteva essere lui la voce narrante. Nino è un essere umano con le sue rotture e le sue fragilità e con Rol ha diversi punti di contatto, primo fra tutti le carte da gioco, infatti Nino è un ludopatico. Poi c’è la scrittura… infatti anche Rol da giovane ha tentato anche di scrivere.»

Giulia: Dopo che il tuo editor ti ha suggerito di scrivere un libro su Rol, c’è stato qualcos’altro a farti scattare la scintilla?

Francesca : «Leggendo I misteri d’Italia di Dino Buzzati, mi sono decisa a scrivere questo libro, proprio per quell’esperimento che vede Fellini protagonista della trasformazione della carta di fiori in carta di cuori ( l’immagine che trovate sulla copertina del libro ). Il mio Rol, anche se attinente alla realtà, è comunque frutto di molta immaginazione. Gli esperimenti che racconto sono comunque tutti documentati e archiviati dalla moglie

Francesca Diotallevi - L'ultimo mago - Neri Pozza
Giulia: Gli Anni ’60 sono anni in cui l’Italia ha bisogno di miracoli, di misteri… oggi riusciremmo a stupirci e credere al mistero di Rol?

Francesca : «È una domanda che mi sono posta anch’io spesso durante la scrittura. Penso che abbiamo sempre bisogno di un po’ di magia e d’incanto e in questo Rol era imbattibile. Nino invece non è più capace di lasciarsi sorprendere e questo snodo narrativo è importante nella trama del romanzo 

La narrazione è il fulcro di tutta la vita e del mistero di Rol. 

Tanti sono i racconti che lui narrava durante gli esperimenti ai suoi ospiti nel salotto elitario. Le storie che ho riportato ( per esempio quella della chiamata del duce ) sono vere e tante sono storie riportate.

È difficile capire quali siano le storie che davvero raccontava Rol e quelle inventate da altri. Anche l’episodio con Piero Angela, suo detrattore per eccellenza, non è mai stato chiaro e alla fine non si capisce dove stia la verità. 

L’episodio di Cini invece ha diversi testimoni e tutti sono concordi nel dire che Rol volesse impedire a Cini di prendere l’aereo. 

Durante la presentazione del libro di Torino sono molte le persone che l’hanno conosciuto davvero e tante raccontavano quanto Rol fosse bravo a ritrovare gli oggetti che loro non trovavano più!»

Giulia: Che rapporto hai con Torino?

Francesca Diotallevi: «Io vorrei essere di Torino, che frequento da quando sono molto piccola. Sono cresciuta in un paese di provincia e andare a Torino per me era una festa, mi piaceva un sacco! Probabilmente in una vita passata vivevo a Torino … ( giusto per rimanere in tema di esoterismo ).

Sono contenta che Neri Pozza riediti a breve Le venti giornate di Torino di Giorgio De Maria, uno dei primi Horror italiani “Un romanzo inquietante, profetico in modo inspiegabile, principale opera di un autore ingiustamente dimenticato. Pubblicato la prima volta nel 1977, Le venti giornate di Torino fu sostanzialmente ignorato”»

Giulia: Per scrivere questo romanzo come ti sei documentata? Hai provato a contattare qualcuno che aveva conosciuto di persona Gustavo Rol?

Francesca : «Non ho voluto appositamente contattare le persone consigliatemi perché il mio libro non è un saggio. Non volevo essere influenzata dai racconti personali. Anche all’interno della documentazione trovata è stato difficile scegliere tra quello che avrei potuto inserire e no. Ho selezionato testi che per me erano adatti al mio scopo, tra cui il libro di Remo Lugli “Gustavo Rol. Una vita di prodigi.” Remo Lugli, giornalista e scrittore, è stato amico di Rol e ha avuto la fortuna di seguirlo assiduamente per parecchi anni partecipando a centinaia di sedute insieme a sua moglie, che, una volta tornata a casa, trascriveva tutto quello che aveva visto.»

Giulia: Tu che idea ti sei fatta della figura di Rol? Hai fiducia in persone come lui?

Francesca Diotallevi: «Io ho una fiducia totale in chiunque sappia far vedere la magia. Tutti ne abbiamo bisogno e Rol in questo era imbattibile: da lui volevano tutti l’incanto, e lui lo dava. Era un grande narratore. Sono sempre stata un’appassionata di spiritismo e conosco molto bene Torino e la vera Torino magica, quella abitata da Nostradamus, gli alchimisti e per ultimo Rol

Sono le 19.30 e l’incontro sta per volgere al termine.

C’è giusto il tempo di farmi fare l’autografo da Francesca Diotallevi e salutare Giulia Ciarapica e Giulia Maselli.

Intanto fuori ha smesso di piovere e sta uscendo un timido sole.

Che ci sia lo zampino di Rol?

Autore

  • Titty

    Socia fondatrice della Rivista IlRecensore.it e social media manager, Blogger, bookstagrammer e speaker radiofonica. Gli studi classici mi hanno aperto la via ai libri e da allora non ho più smesso. Accumulatrice seriale di libri, non mi bastano 24 ore al giorno per leggere tutti i libri che vorrei leggere e, soprattutto, non mi bastano le librerie che ho in casa!

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