Il primo desiderio di Rossella Milone - ilRecensore.it
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Il primo desiderio di Rossella Milone

Il primo desiderio: l’eterno presente e la brama di fuggire

Esistiamo anche senza nessuno che ci guardi, che ci conosca?

Isabel è inquieta, egoista, sfuggente. Isabel è tenera, creativa, disponibile. Isabel, magra e disinibita. Isabel, inesperta e schiva. Isabel che è sempre in fuga. Isabel che è casa. Isabel è tante donne quante sono le persone che la guardano. Il padre che non si rassegna a vederla crescere e la porta nella savana keniota per allontanarla da sé stessa. Cori, il primo amore, la prima volta, il primo tradimento di tanti.

La vicina a cui Isabel regala racconti per permetterle di assaggiare i frammenti di una vita vera, nonostante il corpo rotto che le fa da prigione. La signora delle pulizie, costretta da una Isabel bambina a indossare i guanti per non contaminare la bella casa di famiglia con le lordure del rione disagiato da cui proviene. Isabel ha lasciato un’impronta diversa in ogni persona che ha incontrato, quasi che la sua stessa forma mutasse di continuo. E nell’amarla, odiarla, temerla, guardarla, tenerla a distanza, ognuno di loro mostra il proprio desiderio primordiale di esistere, di resistere. E, forse, di salvarsi.

Con lo sguardo acuto e la prosa nitida che la contraddistinguono, Rossella Milone modella un “romanzo in racconti” che ci restituisce non solo l’immagine multiforme di una donna, ma coglie anche un’intera comunità: un gruppo che si crea, muta e cerca di difendersi dall’eterna tensione tra senso di sradicamento e brama di appartenenza.

Il filo conduttore del romanzo Il primo desiderio di Rossella Milone è Isabel, la protagonista attorno a cui ruotano tutte le storie. Ma non esiste una sola Isabel: ce ne sono tante quanti sono i personaggi che la raccontano. Isabel è vista, percepita, immaginata. È lo sguardo degli altri a definirla.

È la figlia di Mario, ornitologo d’animo fragile; è la prima ragazza di Cori, bello e incerto sul mondo e su se stesso; è la vicina premurosa che massaggia il corpo prigione di Sandra; è l’amica e al tempo stesso la rivale di Matilde; è la figlia lunatica e un po’ viziata dei signori presso cui lavora Rosa; è, infine, quasi un nutrimento emotivo per Clara.

esiderio Isabel è tutte queste cose e forse nessuna: è ciò che gli altri decidono che sia..

All’inizio si potrebbe pensare – ma sarebbe un errore – a una sorta di Uno, nessuno e centomila in chiave contemporanea, con Isabel nei panni di un nuovo Moscarda alle prese con le mille immagini che gli altri proiettano su di lei. Ma il cammino tracciato da Milone è tutt’altra cosa.

Ogni capitolo è un piccolo universo narrativo a sé, spesso scollegato dal percorso di Isabel. A lei, del resto, non interessa la vita tormentata della vicina né dove lavori Cecilia, sorella di Cori. Le storie di Il primo desiderio storie esistono indipendentemente da Isabel, e continuerebbero a esistere anche senza di lei.

Sono storie senza tempo. La conferma avviene durante la lettura del racconto La donna civetta, dove Isabel è una bambina ma esistono i social e il murales dedicato a Maradona.

È un eterno presente e i personaggi si muovono e vivono in giro per il mondo: la Savana, Dublino, la fredda montagna o, spesso, Cremano, città dove è cresciuta Isabel.

Sembra leggere uno di quei romanzi di alcune scrittrici americane, mi ha ricordato qualcosa de “Il tempo è bastardo” di Jennifer Egan romanzo sotto forma di racconti che hanno come filo conduttore la musica e spazia nel tempo e nei luoghi.

L’ingranaggio emotivo che colpisce maggiormente il lettore è la necessità di fuggire.

Isabel va via per salvarsi, così come tanti personaggi sembrano scegliere di allontanarsi perché quel posto sta stretto: la provincia napoletana, le persone che lì vivono, quel vulcano sempre presente e il mare che a Cremano (nome di fantasia) sembra lontano e, quindi, invisibile.Lo sa bene chi vive in un paese dove il mare è a poca distanza. Il mare è lì ma non facilmente raggiungibile. Ti senti escluso e non vedi ora di raggiungerlo. Distante ma raggiungibile se solo lo vuoi. Un mare che è speranza e libertà, la libertà che cerca Isabel per salvarsi.

La libertà è fuga per Cecilia che nelle montagne sembra stare bene.

Lontana dalla famiglia, la sua libertà è solo una facciata che nasconde rabbia e sensi di colpa. La sua libertà è mancanza di amore, è colpa, errore, è il non ritorno.

«Sandra era sicura che alla fine sarebbe apparsa sui giornali, non nella pagina dei necrologi ma in quella di cronaca nera. Non era vittimismo, e nemmeno autocompiacimento. Si trattava di un dato di fatto, una possibilità molto probabile e razionale»

Il piacere della libertà lo sente Sandra intrappolata in un corpo tutto dolore, una gabbia che non l’ha fatta vivere come hanno vissuto le altre amiche, per esempio Isabel che gira il mondo.

Isabel che ha sempre un pensiero per lei, Isabel che continua a scriverle. Isabel che della sua passione di collezionare oggetti ne ha fatto un lavoro; Isabel che le massaggiava il corpo con degli oli e, quelle essenze profumate, il sollievo di quei gesti, la portavano lontana dalla sua casa, da quel paese.

Libertà per Clara è saziare la sua fame, una fame di cose buone, di cose proibite.

Mangia e inganna, assaggia vogliosa per sentirsi libera da quel dolore eterno a cui la madre la costringe perché le impone una dieta nella convinzione di fare del bene alla figlia e al mondo.

A un certo punto della sua vita Isabel sente la necessità di eliminare il superfluo. Vivere gli anni che le rimangono libera da tutto quello che ha collezionato in tutta la sua vita. Lo fa come se fosse stato prescritto da un medico, lo fa senza rimpianti e senza rancore. Bastano poche cose, le necessarie, una piccola casa e l’uomo con cui ha deciso di vivere quella vita. Liberarsi dagli oggetti come ultimo atto di libertà, lei che ha vissuto una vita libera si rinnova e rinnova la sua libertà.

Come se la libertà fosse un eterno mutamento.

«… Mi pareva la creatura più libera che avessi conosciuto. Mi spaventava la libertà che sprigionava, era un suo potere, una maestosa capacità di piegare il tempo e lo spazio semplicemente esistendo»

Ciò che accomuna tutti i personaggi di Il primo desiderio è avere un segreto. Un segreto da tenere per sé o da sussurrare, da confessare dopo decenni.

Sono cose di cui non vanno fieri, o che fanno per dispetto a un altro personaggio. Bugie e mezze verità, alle volte da condividere altre forse è meglio non confessarle, come quello che accade in quella terrazza abusiva, sempre piena di sole, rovente d’estate. E forse è proprio per via di quello che accade in quella terrazza, quel caldo giorno d’estate, che fa capire a Isabel che la sua strada è lontana da tutto quello, che deve andare lontano e che si è salvata mentre tra la velina che tiene in mano la madre di Cori intravede un’ala di un animaletto di ceramica fatto in frantumi

«In questo spazio in cui il disprezzo ha trovato la sua dignità e una sua forma di vita, finalmente Isabel riesce a percepire quella donna più vicina, riesce a intravedere la genuinità di entrambe. “Io non me ne sono andata” le dice “mi sono salvata”».

Una scrittura elegante che riesce a descrivere anche le cose più crude senza cadere nel banale o nella volgarità. 

Il primo desiderio è un romanzo corale, dove ognuno si aggira ingabbiato nel suo ruolo quasi sofferente. Un finale che ti lascia sospeso, pieno di domande e riflessioni e che ti fa venire voglia di riprendere quelle pagine perché forse, tra quei personaggi, ci siamo anche noi.

Rossella Milone - autrice di Il primo desiderio - ilRecensore.it

Rossella Milone, nata a Pompei, vive a Roma. Ha scritto i romanzi Poche parole, moltissime cose (Einaudi 2013, finalista Premio Fiesole Narrativa), Cattiva (Einaudi 2018, finalista Premio Volponi), e il saggio narrativo Nella pancia, sulla schiena, tra le mani (Laterza 2010).

Specializzata nella forma breve e nella novellistica, ha scritto, tra gli altri, la novella Gli analfabeti (Industria&Letteratura, libro del mese di Fahrenheit e tra i migliori libri del 2023 per L’Indiscreto) e la raccolta di racconti Il silenzio del lottatore (minimum fax 2015).

Collabora da anni con L’Espresso e con Tuttolibri, inserto culturale de La Stampa. Coordina “Cattedrale”, l’Osservatorio sul racconto.

Autore

  • Samanta Giambarresi

    Siciliana con la predilezione per gli scrittori siciliani. Ho scoperto la passione per la lettura quando mia sorella mi ha letto la novella La Giara di Pirandello. I libri sono mondi da scoprire, dove una storia bellissima, segreta, si svela pagina dopo pagina. Ho iniziato a scrivere recensioni nel 2006 per una rivista letteraria. Ho collaborato con varie riviste letterarie e case editrici. Scrivo e leggo ascoltando musica. Adoro accompagnare la lettura con bevande calde (che spesso si raffreddano mentre sono immersa nella lettura!)

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