Jackie e… Jackie: due biografie a confronto

Questa volta la nostra rubrica dedicata alle recensioni in pillole ospita due recensioni diverse, di due distinte biografie, una a cura di Alessandra e una a cura di Nico. Speriamo piacciano a voi quanto sono piaciute a noi!

Come sempre per le recensioni in pillole, eccovi il trailer!!

“Jackie si trascina dietro i suoi cari estinti”. Se nessuno sapesse chi è Jacqueline Kennedy, se non ci fosse traccia della sua vita, se si chiedesse di scolpire su un foglio l’idea che questa frase suscita, di certo non vedremmo un immagine di eleganza e raffinatezza, di stile e bellezza, perché anche solo il suono che queste parole scavano nell’immaginario è in estrema contrapposizione, richiamando più facilmente un corpo curvo, solitario e affaticato dal dolore della morte, di una morte insaziabile.

E in questa contrapposizione c’è l’inafferrabilità di Jackie.

In una cultura le cui radici raccontano gli uomini per la loro professione e le donne per il loro ruolo e appartenenza (madre di, figlia di, moglie di) l’inafferrabilità di Jackie è il silenzio che entra nelle ossa e che guida e disegna le emozioni di un mondo malato, inchiodato ad osservare, studiare ed etichettare la vita degli altri, soprattutto quando gli altri appaiono come miti inarrivabili al suo occhio cieco. Un mondo incapace di rivolgere verso se stesso quel minimo di onestà che lo distoglierebbe da questo gioco crudele. La fame insaziabile di chi si guarda allo specchio senza sapersi guardare e che per nutrirsi ha bisogno della vita degli altri, del potere degli altri, della morte degli altri. E così facendo gli appiccica addosso la maschera che ha bisogno di vedere, di volta in volta selezionata, per farla aderire alle aspettative che ha. 

Le maschere hanno un potere ipnotico perché nell’uso dei colori, delle forme e delle dimensioni condensano e catturano un’emozione in modo nitido. Ci affascinano, e per questo le vorremmo, ma ci spaventano, e per questo le guardiamo a distanza, e in questa dicotomia si declina la narrazione del cammino da un altrove inafferrabile di Jackie.

Il luogo da cui parla Jackie di Elfriede Jelinek è un luogo non identificato, potrebbe essere l’eterno aldilà da cui guarda il significato della sua vita raccontandone solo frammenti, o forse invece il luogo dei suoi fardelli e della sua verità profondamente annullato durante la sua vita. E’ un luogo senza sorridenti tailleur rosa, senza flash nè riflettori, senza maschere e senza orpelli, un luogo di nudità dell’anima e quindi finalmente di libertà.

Questo testo dà voce a un’esistenza di tormenti e di contraddizioni, racconta una storia in cui il regista e l’attrice sono fusi in un solo corpo e in una sola mente, Jackie burattinaia della sua vita e burattino di quella stessa sceneggiatura. Assistiamo a un flusso inarginabile di parole, dove ogni suono e ogni pausa hanno il peso di una goccia di piombo che si insinua in chi la sa ascoltare, senza lasciare scampo, senza carezze compensative e soprattutto senza fine. Perché Jackie è morta ma non morrà mai. 

Il viaggio in cui si immerge e da cui emerge continuamente lo compie da sola e, come il wagneriano vascello fantasma, destinata a permanere in un altrove senza confini e irraggiungibile. 

E’ un viaggio che solca la profondità delle sue cicatrici di donna, destinata ad essere moglie condannata al tradimento, a confezionarsi per essere notata pur scomparendo, a diventare l’anelito di perfetti sconosciuti, ad essere l’immagine che altri decidevano per lei, a minimizzare se stessa e il buio del suo dolore, ad avere come unica e fedele compagna solo la morte.

Lei è e non è, rinchiusa in abiti cuciti addosso che non la sfiorano nemmeno. Così tutto può accadere, tutti possono morire.

(Alessandra Panzini)

Elfriede Jelinek

Nata a Mürzzuschlag, in Austria, nel 1946, Elfriede Jelinek ha ricevuto nel 2004 il Premio Nobel per la Letteratura. Diplomata in organo al conservatorio di Vienna nel 1971, dopo aver interrotto gli studi in Scienze del teatro e dell’arte, ha debuttato giovanissima nel 1967 con una raccolta di poesie, a cui hanno fatto seguito negli anni numerosi drammi, prose e interventi saggistici. All’impegno civile si unisce da sempre una spiccata sperimentazione linguistica, che l’ha portata ad essere vicina ai gruppi dell’avanguardia letteraria austriaca. Tra le sue opere principali si ricordano i romanzi La pianista (1983), La voglia (1989), I figli dei morti (1995) e i drammi Cosa accadde dopo che Nora ebbe lasciato suo marito, ovvero le colonne della società (1977) e Sport. Una pièce (1997). Una selezione delle sue opere è in corso di pubblicazione per La nave di Teseo, presso cui sono usciti nel 2017 il monologo Jackie e i romanzi Gli esclusi (2019), Le amanti (2020), La voglia (2022, con la nuova traduzione di Nicoletta Giacon).

E

“I am a woman above everything else.”

Donna di estrema raffinatezza ed eleganza. Icona di stile, criticata, chiacchierata, ma sempre Jackie.

Una donna dall’aspetto gelido, e forse lo era, una mente finissima, crudele, sopravvissuta agli eventi con classe e dignità. Nessuno ha scalfito Jackie, nemmeno il tempo.

Rimarrà per sempre la donna che ha dato fama ai grandi occhiali, ai foulard, ai tailleur. 

Rimarrà per sempre la moglie di JFK, il 35° Presidente degli Stati Uniti, rimarrà per sempre la vedova. Il mondo vedrà Jackie vestita di nero e rimarrà impressionato dal “portamento e dalla grazia” di Jackie all’indomani della tragedia. 

Rimarrà per sempre Jackie con lo Chanel rosa.

Rimarrà per sempre la moglie di A. Onassis.

Sarà per sempre Jackie O, glaciale Jackie O

Jacqueline Bouvier NASCE a Southampton, New York, il 28 luglio 1929 

Si sposa il 12 settembre 1953

20 gennaio 1960: insediamento alla Casa Bianca

Quattro figli: Caroline, John Jr, Patrick e Arabella.

Giornalista di Vogue

Editor

20 ottobre 1968: sposa A. Onassis

Muore il 19 maggio 1994

“Jaqueline Kennedy Onassis. La biografia mai raccontata”, di B. Leaming, è la versione aggiornata del suo precedente lavoro edito nel 2011.

In questo must have, e non perché adoro Jackie, l’autrice ci narra la non facile vita di Jackie, una vita che è un romanzo.

La sua personalità, le sue scelte, il suo matrimonio con JFK che di favola ebbe ben poco.

I suoi tormenti, le sue paure e fobie, ma anche le sue gioie, i suoi momenti migliori, i suoi uomini.

Tutti si sono interessati a Jackie, perché Jackie era magnetica.

Andy Warhol ha immortalato Jackie in una serie di opere che catturano l’essenza della sua figura pubblica e privata. 

Una volta che puoi esprimerti, puoi dire al mondo ciò che desideri da esso. Tutti i cambiamenti nel mondo, per il bene o per il male, sono stati portati per la prima volta dalle parole.

(un pensiero di Jackie)

Jackie è stata un editor di libri. Moonwalk, l’autobiografia di Michael Jackson. La pop star accettò di scrivere le sue memorie solo se Jackie fosse stata la sua editor. E Jackie accompagnò Jackson anche nel suo tour in Australia, fu ospite a Neverland Ranch, un esempio di collaborazione tra due ICONE, non solo americane, internazionali.

Jackie vs Marilyn

È Jackie che vince.

Il primo grande evento che rivelò al mondo l’antipatia tra le due donne: Happy Birthday Mr President, cantata da Marilyn il 19 maggio 1960 al Madison Square Garden. Tutti presenti, mancava solo lei JACKIE, la First Lady.

(Nico)

Barbara Leaming

Barbara Leaming è l’autrice di “Kick Kennedy: The Charmed Life and Tragic Death of the Favorite Kennedy Daughter” (Thomas Dunne Books, 12 aprile 2016). Ha scritto tre bestseller del New York Times, tra cui il recente libro “Jacqueline Bouvier Kennedy Onassis”. Il libro di Leaming “Churchill Defiant” ha ricevuto il premio Emery Reves dall’International Churchill Centre. La sua innovativa biografia del 35° presidente americano, “Jack Kennedy: The Education of a Statesman” è stata la prima a descrivere nel dettaglio l’influenza che la storia e la cultura britannica, e in particolare Winston Churchill, hanno esercitato per tutta la vita su JFK. I suoi articoli sono apparsi sul New York Times Magazine, Vanity Fair, il Times di Londra e altri periodici. Vive nel Connecticut.

Autore

  • Nico

    Socia fondatrice della rivista Il Recensore.it, LA NEMESI nella redazione di IlRecensore.it è un po' il cane sciolto. La parte cattiva e sarcastica, se vogliamo dirla tutta. Non tollera gli scopiazzatori letterari! Oltre ai libri, tra le sue passioni, ci sono i ferri circolari.

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