Lanterne in volo, tra i sogni dei millenials della Cina
SINOSSI
Con il piglio di un narratore, Alec Ash costruisce un ampio reportage seguendo le orme di sei millennials cinesi nati tra il 1985 e il 1990. Non hanno conosciuto Mao, ma la politica del figlio unico ha plasmato le loro famiglie.
Li vediamo crescere mentre fanno i conti con una severa disciplina scolastica e una feroce competizione per il successo, in una Cina che si è aperta al capitalismo in modo tanto improvviso quanto violento. Dai sogni di fama del musicista Lucifer alle avventure virtuali di Snail, i cui progetti di studio vanno all’aria per colpa dei videogiochi, fino alle ambizioni dell’icona di stile Mia, seguiamo storie che si sfiorano o corrono parallele, in una miriade di ambientazioni sociali e geografiche.
Ash ci accompagna nelle varie province cinesi: dalla gelida Harbin dove cresce Xiaoxiao all’isola tropicale di Hainan dove incontriamo Fred, la figlia di un dirigente del Partito comunista, fino al ventre tentacolare di Pechino che il giovane Dahai esplora lavorando in un cantiere.
RECENSIONE
«Il guaio, quando si dice qualcosa sulla Cina, è che viene subito in mente un esempio che suggerisce il contrario. Generalizzare è da idioti, diceva William Blake. Ma da singoli punti può nascere un’immagine e con sei note si compone una melodia.»
L’autore, aprendo con queste parole la nota che conclude il testo, racconta molto della volontà dietro a questo volume, di dimensioni limitate ma di ampia portata: come si può raccontare in 320 pagine un’intera generazione del secondo Paese più popoloso al mondo? È facile: non si può.
Per questo Alec Ash si limita a raccontare la storia di sei millennial cinesi, senza assumere che siano necessariamente una specie di prototipo generazionale. Questa operazione è basata su una profonda intuizione che arriva immediatamente al lettore: il fatto è che l’unica cosa che hanno in comune i nostri protagonisti è l’eterogeneità delle loro condizioni di partenza e delle loro parabole di vita. In altre parole, a parte essere nati negli anni ’80 in Cina, non c’è alcun comune denominatore tra i personaggi (se non l’aver incrociato in qualche modo l’autore, come si scoprirà nella lettura).
Niente suggerisce l’esistenza di un millennial cinese archetipico, tale da semplificare la comprensione del Paese a noi cocciuti europei, affascinati dalla semplificazione. Tale premessa è necessaria per poter individuare un grosso punto di forza dei racconti qui contenuti: il fatto che siano stati concepiti al di fuori di ogni preconcetto e giudizio morale di stampo occidentalista.
Quello che giunge dunque al lettore è una fedele narrazione delle vicende di vita di protagonisti fortemente diversi tra loro, che permettono di visualizzare diversi aspetti della vita dei giovani adulti in Cina.
Conosciamo dunque Dahai e l’apparente spazio di libertà concesso dal mondo social (almeno fino a un certo momento nella storia della Repubblica Popolare Cinese), a fronte di una vita fatta di duro lavoro, solitudine, soldi che non bastano.
Ci avventuriamo nel mondo della musica alternativa e degli artisti emergenti grazie al sogno di Lucifer di diventare una rock star. Ci si affeziona all’apparenza da dura di Mia, e alla sua dedizione alla carriera nel campo della moda. I dubbi esistenziali di Fred ci trascinano dalla ridente isola di Hainan alla scoperta di come vengano percepite e considerate dai giovani cinesi religione e politica, e di come un’esperienza occidentale permetta di cambiare punto di vista, senza dimenticare le proprie origini.
Le osservazioni di Snail ci permettono di capire come il problema della ludopatia, spesso estrema conseguenza di un tentativo di fuga da una vita arida e fatta di disciplina, incida sulla società cinese. Infine, XiaoXiao ci racconta il rapporto con le aspettative della collettività e dei genitori, in un mondo dove la politica del figlio unico ha portato le generazioni precedenti a convergere le attenzioni su un singolo individuo (ad esempio, in un “suo” illuminante capitolo si parla proprio del rapporto 4-2-1, ovvero la composizione familiare caratterizzata da 4 nonni e 2 genitori che indirizzano aspettative, desideri e, spesso, ansie, preoccupazioni e anche necessità economiche su un unico figlio).
Sullo sfondo, l’estrema eterogeneità di un paese enorme, che racchiude zone climatiche diverse tra loro, ma anche minoranze, storie controverse, tradizioni millenarie in continuo rapporto con una vita moderna frenetica.
Si tratta di una vera e propria cura per la tendenza semplificatrice occidentale che vuole i cinesi come un agglomerato uniforme di popoli con abitudini, usi, costumi omogenei.
Se deciderete di leggere Lanterne in volo, vi troverete tra le mani un meraviglioso compendio di atmosfere esotiche, molto diverse tra loro e ottimamente caratterizzate e descritte in un linguaggio vivace. Si tratta della lettura ideale per chi ama immaginare nei dettagli luoghi lontani, vedendone i panorami, sentendo gli odori e i rumori che ne permeano l’area.
I personaggi, necessariamente realistici in quanto ispirati a figure realmente incontrate dall’autore, risultano assolutamente credibili e tridimensionali; vi sembrerà impossibile non affezionarvi almeno ad uno di essi (o, come chi scrive, a tutti loro). Sarà appassionante vedere in che modo le loro esistenze si sfiorano, si incrociano e, talvolta, si uniscono.
I dialoghi sono rarefatti, spesso limitati allo scambio di poche battute, quando indispensabile, in uno stile che ricalca proprio la letteratura asiatica. Talvolta sembra che un tale modo di riportare le conversazioni rifletta la solitudine esperita dai personaggi, soprattutto in certe fasi delle loro parabole narrative: nel momento in cui tale stato viene a mancare, l’autore lascia maggior spazio alla parola scambiata tra di essi, come a rappresentare la fine di un silenzio esistenziale.
Lanterne in volo è un’opera generazionale, nel senso ampio del termine, perché caratterizzata dai fattori che influiscono sulla vita dei nati tra gli ’80 e i ’90, ma anche di un libro per viaggiatori, non diretti ad una meta, ma desiderosi di godersi l’itinerario: le marcate differenze tra la città e la campagna, tra i quartieri periferici e quelli centrali delle grandi città disegnano un panorama variopinto, del quale assaporare ogni sillaba.
Titolo: Lanterne in volo
Autore: Alec Ash
Editore: add editore
Genere: racconto di viaggio
Traduzione: Piernicola D’Ortona e Margherita Emo
AUTORE

ALEC ASH (1986) nato a Oxford, ha vissuto in Cina tra il 2008 e il 2022, prima come insegnante di inglese in Tibet e poi come giornalista e scrittore a Pechino e nello Yunnan. Ha scritto per «Los Angeles Review of Books», «New York Review of Books», «The Economist» e «Sunday Times».
Oggi è direttore di «China Books Review», webmagazine letterario di Asia Society e «The Wire China». Vive a New York.