Strani disegni – Il thriller che ti intrappola in un foglio di carta
SINOSSI
Cosa lega un blog le cui illustrazioni nascondono una scena spaventosa, lo scarabocchio di un bambino che contiene un oscuro messaggio e uno schizzo fatto dalla vittima di un omicidio nei suoi ultimi istanti di vita? Un romanzo con una trama inquietante, unica, dove solo una serie di immagini, da comporre e interpretare, permette di scoprire l’identità di un assassino.
RECENSIONE
Per interpretare Strani Disegni è imprescindibile volgere lo sguardo al passato creativo dell’autore. Non si tratta di una semplice progressione stilistica, ma di una chiara evoluzione verso una forma di narrazione geniale nella sua semplicità!
La prima impressione di un’opera è spesso data dalla sua copertina, e nel caso di Strani disegni è un elemento che potrebbe anticipare la singolarità del contenuto. A prima vista, lo schizzo in copertina potrebbe richiamare alla mente stili e grafiche già esplorate nel panorama letterario (vedi J. Rekulak), così come l’artificio dell’anonimato sfrutta la curiosità del lettore per ciò che è occulto.
Se lo pseudonimo serve a celare l’identità sociale dell’autore, per Uketsu l’anonimato diventa una assenza performante, è la sua forma narrativa. Chi si cela dietro Uketsu? Un individuo? Un collettivo? Tutto ciò mi ricorda il gruppo di Anonymuous, la legione di hackers/crakers.
Stessa cosa dicasi per la scelta fluo del titolo di copertina che, non solo attira l’attenzione, ma agisce come una sorta di anomalia, la parola stessa contiene un’irregolarità, in un “mondo interno” dove la realtà è filtrata attraverso l’assenza di colore, rendendo ogni sfumatura di grigio portatrice di tensione e segreti.
Uketsu eccelle nella manipolazione – non del lettore in senso negativo -, nella gestione delle informazioni e delle percezioni.
Strani disegni è un crescendo. Con pochi, calibratissimi elementi, Uketsu riesce a proiettare il lettore nel cuore della vicenda con rapidità. Basta un disegno enigmatico, un’ombra di occultismo che si insinua, la voce di un amico che instilla il dubbio, e il gioco è fatto: il lettore è immerso in una spirale di incertezza e sospetto.
Il disegno trascende la sua funzione illustrativa per diventare LUI STESSO un thriller psicologico.
L’autore fonde la forma del fumetto con la struttura del romanzo, creando una sorta di ibrido narrativo. Il dialogo è conciso, essenziale, quasi telegrafico, e riflette perfettamente la trama stringata che non si perde in divagazioni inutili.
Sono i disegni a giocare il ruolo da protagonista, un personaggio silenzioso e onnipresente. Non sono semplici accompagnamenti visivi; sono accentratori. La loro importanza è tale che, leggendo, la mente del lettore è costantemente richiamata all’immagine, ai dettagli, alle sfumature che l’autore dosa con grande capacità, alimentando una suspense che, a differenza di molti thriller, non si basa su scene splatter o efferatezze esplicite. Al contrario, l’orrore qui è sottile, insidioso, frutto di un gioco pericoloso di alterazione.
L’autore presenta casi distinti, apparentemente slegati, che unisce con un filo che, a prima vista, sembra non seguire una logica. Uketsu, volutamente, crea un sistema di comprensione distorto.
Ogni singolo indizio, ogni dettaglio, anche la singola parola apparentemente inserita con noncuranza, e forse trascurata, si rivela fondamentale per la comprensione complessiva.
“adesso vi mostrerò un disegno”
Pseudobiblion
Un matricidio. Una serie di eventi a catena.
Strani Disegni ha una sua architettura narrativa. Abbiamo uno pseudo prologo che, lungi dall’essere una mera introduzione tematica, si configura come un vero e proprio modello ermetico, ma non solo.
Per comprendere Strani Disegni bisogna sì comprendere il significato del disegno ma anche le singole parole e tutto il contesto.
L’apertura non è affidata a una convenzionale sequenza di testo scritto, bensì a un’immagine che assolve nello stesso tempo a più funzioni strutturali e interpretative. Questo PSEUDO prologo primariamente visivo, opera come una sorta di “manuale” implicito di decodifica. Il lettore è invitato a stabilire un patto con le convenzioni narrative. Il disegno è l’elemento che precede e condiziona la comprensione dei significati testuali successivi. Questa introduzione non è solo un inizio, è una dichiarazione di intenti. E tutto questo, ovviamente, aumenta l’attesa!
L’acume di Uketsu sta nell’attribuire a questa premessa una sorta di circolarità temporale, ciò che inizialmente si presenta come un punto di partenza per l’indagine degli eventi successivi, si rivela alla fine un tassello fondamentale per la piena comprensione della terrificante logica che sottende l’intera opera. È una rivelazione che ridefinisce l’intera lettura, costringendo a una riconsiderazione di quanto letto.
Strani Disegni è un thriller scomposto tra passato e presente, una trama non particolarmente complessa dove eventi apparentemente slegati convergono, rivelando una logica estremamente strutturata.
Il principio cardine su cui Uketsu costruisce la sua narrazione è molto semplice: come i grandi maestri insegnano, per trovare l’assassino bisogna indagare sul passato della vittima.
Questo topos investigativo è la regola che l’autore applica con una flemma tutta giapponese. In un genere spesso dominato da ritmi frenetici e rivelazioni eclatanti, Uketsu sceglie la via della decifrazione lenta. Non c’è la corsa contro il tempo per fermare il colpevole, ma un’immersione profonda nella psiche e nella storia dei protagonisti e delle vittime, un viaggio a ritroso che svela motivazioni, connessioni e, in ultima analisi, la natura stessa del male.
La suspense non nasce dall’incertezza su chi sia il carnefice, ma dalla progressiva e terrificante comprensione di perché e come certi destini si siano incrociati.
I PROTAGONISTI MINORI, alias i personaggi, pur nel loro piccolo numero, sono tutti interconnessi da un filo quasi invisibile e caratterizzati da un modo di pensare e di agire tipicamente giapponese, contraddistinto da calma, buone maniere e pacatezza. Il loro modo di muoversi quasi in coppia è significativo, uno sembra proporre o instillare il dubbio, mentre l’altro si prende il tempo per riflettere e giungere a una soluzione. È da notare come anche le dinamiche di coppia tra i personaggi siano veicolate dai disegni.
Il terrore insidioso e subdolo, privo di violenza esplicita, è l’identificativo di Strani disegni.
L’autore manipola il lettore fin dalle prime pagine, insinuando dubbi, ambiguità. La minaccia non è esterna o fisica, ma interna, logica, quasi filosofica. Uketsu sembra proporsi come un deus ex machina che opera secondo schemi incomprensibili eppure coerenti, una logica che, una volta svelata, si dimostra più spaventosa di qualsiasi efferatezza, che descrive decisamente il nostro modus vivendi et operandi.
Lettura consigliatissima
TITOLO: STRANI DISEGNI
AUTORE: UKETSU
TRADUTTORE: STEFANO LO CIGNO
EDITORE: EINAUDI
GENERE: thriller psicologico e romanzo sperimentale
AUTORE

Uketsu, scrittore dall’identità sconosciuta che nei video appare con una maschera bianca, una veste nera e la voce distorta digitalmente, è autore di libri horror e mistery, tutti di prossima pubblicazione per Einaudi Stile Libero.
Strani disegni (Einaudi, 2025) lo ha imposto come uno dei nomi piú importanti della scena letteraria internazionale.