Cronache dal Salone 2025 - Luca
Cronache dal Salone 2025 - Luca

Cronache dal Salone 2025 – Luca

Il mio Salone del libro ha avuto inizio sabato verso sera, poco prima di coricarmi per andare a dormire a un’ora decente, nel mentre che mi lavavo i denti. Scorro un poco Instagram, così da non doverlo fare una volta a letto, al buio, con quella luce che per quanto tu possa abbassare disturberà sempre un po’ il sonno.

Mi appare un post sull’oroscopo del giorno, più precisamente per domenica 18 maggio, il mio primo vero giorno di Salone.

Il responso è:

FORTUNA ***

AMORE **

SOLDI *****

Lo guardo due volte e alla seconda commento: FORTUNA *** mi pare proprio triste, visto e considerato che per fortuna s’intenda la possibilità di fare degli incontri interessanti, e ancora mi dico: «ma proprio domani dev’essere così bassa? Già arriverò che mi sarò perso mezz’ora di incontro con Michael Bible».

Adelphi - Goodbye Hotel - Cronache dal Salone 2025 - Luca - ilRecensore.it

AMORE ** poco male, tanto non troverò di certo l’amore della mia vita in un luogo dove si corre e si fanno file immense per farsi fare l’autografo o la foto assieme all’autore o all’autrice del nuovo libro del cuore (nessuno ha mai nemmeno osato scrivere una storiella, per quanto ne sappia, su un amore nato a una fiera del libro, dunque).

E qui vorrei un attimo esplorare la voce SOLDI *****, tra le tre, quella che più mi ha fatto dire e poi ripetere: «NON FARTI INFLUENZARE. NON FARTI INFLUENZARE». Posso credere alle altre due voci, convincermi che in effetti possa non trovare l’amore al Salone e possa, in effetti, non avere la fortuna di fare degli incontri interessanti.

MA COME SI PUÒ CREDERE DI ANDARE AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO E NON SPENDERE UN EURO? Perché, vedendo SOLDI *****, mi viene da pensare che io possa addirittura tornare con dei soldi in più, che ne so, metti caso che mia nonna abbia deciso di farmi la sorpresa di farsi trovare su con la sola idea: «amore di nonna, compra quello vuoi, te li regalo io». Ma no, non è andata così.

Mi ripeto come mantra “non farti influenzare” e mi addormento all’una e qualcosa. Erano le dieci e qualcosa quando in bagno scorrevo Instagram per non disturbare il sonno. “Non farti influenzare”.

A metà viaggio, arrivato a Savona e partito per Torino Lingotto, il treno si ferma. L’arrivo era previsto per le 11:28. Comincio a pensare a FORTUNA *** e che il mantra sia servito a poco. Guardo nell’app Trenitalia, il ritardo è di 11 minuti.

Penso FORTUNA *** e che Michael Bible continuerò a vederlo in foto digitando su Google Michael Bible. Patrizia mi chiama chiedendomi dove sia, tra quanto io arrivi, le dico sto arrivando, sono perso nella campagna piemontese, forse Ceva, forse Carmagnola.

Michael Bible - Cronache dal Salone 2025 - Luca
Michael Bible , autore di Goodbye Hotel – Adelphi

L’incontro nel frattempo finisce. C’è una lunga coda, forse riusciamo a fare due foto, mi dice Patrizia. Nasce la vaga speranza del “forse-ti-sei-fatto-influenzare-ma-andrà-bene”. Patrizia mi richiama mentre vago per il labirinto esterno al Salone (Teseo fatti da parte) dicendomi che è tutto finito, anche il firmacopie, ma che comunque è andata molto bene: domande ben poste, tutto filmato, tutto documentato, copia autografata. 

FORTUNA *** per ora vince il primo set. 

AMORE ** è stata vinta a tavolino, 

SOLDI ***** sta per iniziare.

Il Salone allora diventa meta perenne, un giro fatto più e più volte tra gli stand delle grandi casi editrici e di quelle più piccole. Non mi vergogno a dire di essermi aggirato come uno squalo fuori e dentro lo stand Adelphi più volte. Io non mi sono fatto influenzare, ripeto.

Riesco a incontrare, da lontano, Maura Gancitano e Andrea Colamedici, i fondatori della casa editrice Tlon; poi Massimo Recalcati e Antonio Albanese allo stand Feltrinelli riservato per i firmacopie.

Antonio Albanese - ilRecensore.it
Antonio Albanese

Marino Magliani e Dario Voltolini allo stand hopefulmonster editore; Matteo Saudino, alias Barbasophia, allo stand Laterza e “infine” Ermal Meta allo stand Nave di Teseo. In tutto questo peregrinare, trovo il luogo dove sfidare il destino e ribaltare la situazione.

SOLDI *****?! Ora ti faccio vedere io.

Allo stand della Regione Friuli Venezia Giulia c’è questo piccolo angolino della poesia che non passa inosservato. Giro e rigiro, compro per due volte. A pensarci, in effetti, parliamo di una spesa molto contenuta.

Acchiappo quattro libri di poesia: Requiem, Patrizia Valduga; La fondazione, Raffaello Baldini; Paradossalmente e con affanno, Maurizio Cucchi; Primitivo americano, Mary Oliver, tutt’e quattro editi da Einaudi.

Arriviamo a fine corsa, è ora di tirare due somme. 

Il Salone rimane sempre un posto magico per chi ama i libri (anche per chi, come me, ci lavora tutti i giorni).

Tolte le infinite code e le situazioni di mucchio (inevitabili che si formino), Il Salone Internazionale del Libro rimane uno spazio ricco di opportunità per quanto riguarda la scoperta di quelle piccole realtà che nel marasma generale rimangono in disparte.

Opportunità anche di conoscenza diretta di chi i libri li pubblica e di chi i libri li scrive. Ci sono tante storie. Il Salone è per cinque giorni un libro aperto composto da storie già scritte e altre che verranno a scriversi nei giorni. Anche e soprattutto quella di ogni lettore, di ogni lettrice. Nel mentre che faccio un resoconto personale della mia giornata, mi chiama il mio amico Gianmarco Parodi (autore del libro molto emozionante Non tutti gli alberi, edito Piemme) per chiedermi come fossi messo e se volessi tornare in macchina con lui.

Gli dico va bene, scendo con te, vado solo a salutare un nostro amico in comune e ci vediamo fuori. Il nostro amico in comune è Riccardo Olivieri, poeta molto apprezzato e dalla voce che sa arrivare nel profondo di ognuno (Restare vivi è il suo ultimo lavoro, edito Passigli editore), che in quel momento esatto sta presentando, alla Sala della Poesia, Claudio Damiani (poeta di un certo spessore, il suo ultimo lavoro è Rinascita, edito Fazi editore).Tra il pubblico, Vivian Lamarque, giusto per…

Ma questo è già il finale. C’è un mezzo, nel mezzo del cammin

Decido di passare per un’ultima volta allo stand Adelphi. Da fuori noto troppi volti alzati verso la cassa e mi dico: «ci siamo, lo sento, è lì».

Michael Bible per me è stata una rivelazione. È un autore che ha fatto qualcosa di immenso, che ha stravolto anche i miei cari amici. È un libro L’ultima cosa bella sulla faccia della terra che non ho potuto non far leggere a chi voglio bene.

Avere la possibilità anche solo di vederlo da lontano, di vedere in carne e ossa l’autore che ha dato vita a una storia che sa arrivare dentro e lavorare, muovere qualcosa, basta e avanza. Dunque mi avvicino, gli scatto tre/quattro foto e me ne vado. Nemmeno mi presento, nemmeno gli stringo la mano.

Grazie a Patrizia e a Gianmarco, me ne torno a casa con due suoi libri autografati. Tra sabato e domenica si è ritrovato, per due volte, a fare una dedica a Luca senza (penso) immaginare (d’altronde, che gli frega?) minimamente chi fosse questo Luca, che aspetto potesse avere, se esistesse o no. E penso: «che idea simpatica, no? Lui non saprà mai chi sono, io saprò sempre chi è». 

FORTUNA *** vince il primo set, ma perde gli altri due.
AMORE ** vince a tavolino.

SOLDI ***** devo ancora capirlo.

Autore

  • Luca de Vincentiis

    Sono Luca de Vincentiis, con la “d” minuscola (perché secondo il nonno paterno s’ha da scrivere così) e due sono le benedette “ii” alla fine del cognome. Nato a Sanremo, città dei fiori, della musica, di mare e dal meraviglioso clima, lavoro alla Ubik Sanremo libri (ex Mondadori e no, non è una Feltrinelli). Sono felicemente libraio e genitore di tre libri di poesia: “Alla ricerca degli istanti perduti”, Gruppo Albatros Il Filo, 2021; “Amore e discordia”, L’Erudita, 2022; “Fiori da ponente”, Edizioni Ensemble, 2024. Faccio parte di un collettivo di poesia che si chiama Il Vivaio del Verso e mi piacciono la fotografia, la pizza, la pasta col tonno, il vino rosso (non meno di 14 gradi) e la birra rossa. Mi piacciono anche altre cose. Sono Sagittario: ometto ma non mento.

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