L'arte sopravviverà alle sue rovine
L'arte sopravviverà alle sue rovine

L’arte sopravviverà alle sue rovine di Anselm Kiefer

L’arte sopravviverà alle sue rovine

Kiefer è uno dei più noti e controversi artisti contemporanei. Con queste pagine chiunque può immergersi nell’universo titanico, profondamente riflessivo, della sua arte. 

Soltanto nell’arte ho fede, e senza di essa sono perduto. Non riuscirei a vivere senza poesie e senza quadri, non solo perché non so fare nient’altro, perché non ho imparato nient’altro, ma per ragioni quasi ontologiche. Perché diffido della realtà, pur sapendo che, a modo loro, anche le opere d’arte sono un’illusione.” 

Anselm Kiefer ha fatto irruzione sulla scena artistica tedesca nel 1969 con una serie molto controversa di opere dedicate alla Seconda guerra mondiale, capaci di risvegliare dall’amnesia collettiva che regnava in Germania in quel periodo.

Da quel momento, la produzione artistica di Kiefer ha espresso ogni volta il rifiuto per il limite, non solo nella sua monumentalità e nella potenza della sua materialità, ma anche nell’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato. Tra dicembre 2010 e aprile 2011, Kiefer è stato il primo artista visuale a occupare la cattedra di Creazione artistica al Collège de France di Parigi, dove ha tenuto otto lezioni, seguite dai rispettivi seminari.

Questo volume raccoglie le otto lezioni, insieme al discorso inaugurale con cui l’artista ha dato inizio al corso. In risposta all’invito del Collège de France, Kiefer attinge alla letteratura, alla poesia, alla filosofia e ai suoi ricordi personali, nel tentativo di districare e rivelare il processo di sedimentazione e rielaborazione dei temi che circolano, si incrociano e si aggregano per formare la costellazione della sua arte.

Queste lezioni formidabili e preziose gettano luce sulla dimensione universale di un artista, la cui opera è attraversata dalla storia, dal mito – greco, assiro e germanico -, dalla religione, dal misticismo ebraico, dalle donne, dalla poesia. Una raccolta di scritti cruciali per la comprensione dell’arte di Anselm Kiefer. 

Anselm Kiefer è un alchimista, uno studioso e un erudito. Nel suo lavoro si sovrappongono e sedimentano citazioni letterarie, rimandi storici, allusioni a narrazioni e mitologie del passato che si fondono con il presente, in un dialogo incessante sul tempo e sulla natura umana.  

Il suo metodo è caratterizzato da alcuni elementi specifici. 

Uno di essi è l’uso della parola scritta. Kiefer racconta che quando si sente bloccato nella realizzazione di un’opera scrive una parola, chiede aiuto al segno, perché “il senso è infinitamente presente nel segno“. Nella mistica ebraica infatti la lettera è sacra, è sempre carica di senso, anche quando le lettere sembrano assemblate senza un’apparente logica, perché il significato potrebbe rivelarsi molto tempo dopo e all’improvviso. 

Un altro elemento caratteristico è quello dell’uso di specifici materiali, quali piombo, paglia, semi, sabbia in quanto già di per sé portatori di simboli e di senso, oltre che evocazioni dirette di passaggi di stato, di concetti di evoluzione (si pensi per esempio al piombo, che in alchimia è considerato il primo stadio della trasformazione dei metalli in oro).                                                                                                                                                    

Quando sono di fronte ad alcuni materiali, ad alcune sostanze, mi capita di osservarli con un altro sguardo, di trascenderli o di spiritualizzarli. (…) Li estraggo dalla loro accezione. È quanto avvenuto con il piombo (…), come se vi fosse contenuto qualcosa che non si dà ancora a vedere; (…) Mi trovavo di fronte a un materiale che mi pareva valicare i limiti invalicabili della nostra realtà (…) Il piombo è una sostanza che, non so per quale inspiegabile ragione, racchiude una scintilla di luce che sembra appartenere a un altro mondo, un mondo che ci è inaccessibile. (…) Secondo lo gnostico Valentino, il piombo diventa opaco e pesante perché le scintille di luce, i ricordi, gli sono stati sottratti per transitare nell’aldilà“. 

Kiefer è un artista attratto dalle diverse tradizioni millenarie che spiegano l’origine dell’universo e dell’umanità; i suoi riferimenti alla Cabbala ebraica, all’epopea di Gilgamesh, alle saghe germaniche, all’alchimia, all’Antico Testamento pervadono le sue opere, donando loro una stratificazione di senso e di conoscenza che è percepibile quando si è di fronte ad un suo lavoro, anche se il loro significato ci può apparire oscuro.  

Anselm Kiefer è convinto che attraverso l’arte si possano riprendere, esplorare e rielaborare i grandi temi dell’umanità, che attraverso di essa si possano creare nuovi mondi. 

Considera l’arte un’attività spirituale talmente alta da “sopravvivere alle sue rovine”, convinto che il deteriorarsi delle opere, il loro decadimento, la loro mutazione non faccia che accrescere la resilienza dell’arte stessa, semplicemente passando, come in alchimia, da uno stato all’altro. 

Molto spesso l’artista accelera questo processo di decadimento maltrattando i suoi lavori, esponendoli alle intemperie o immergendoli in bagni di radiazioni, facendo emergere qualcosa di “Altro”, una rovina che mostra la Storia impressa nelle sue cicatrici. 

Le macerie sono come il fiore di una pianta; sono l’apice radioso di un incessante metabolismo, l’inizio di una rinascita” 

La rovina quindi non come ultimo atto di qualcosa che fu ma come inizio di nuova vita. 

Kiefer si fa quindi “aiutare” dalla parola scritta, dal “significato intrinseco” di un materiale, dall’effetto che gli eventi naturali hanno sulle sue opere per “ritornare alla natura dell’uomo e all’umanizzazione della natura”. 

Non penso che l’uomo sia assolutamente al centro della creazione. Quando chiamo in soccorso la natura, quando riconosco che il materiale stesso può apportare idee, equivale ad ammettere che il poeta si lascia condurre dal linguaggio, il quale non serve soltanto a descrivere, ma determina al tempo stesso il nostro pensiero. Dicendo che “il mare mormora” (Osip Mandel’štam, “Il rumore del tempo”), conferiamo alle cose un centro che gli è proprio. Con questa apparente “regressione” verso l’animismo, accettiamo, affermiamo inoltre che esistono altri centri. Facciamo astrazione della nostra identità, ci cancelliamo o, per l’esattezza, diamo l’impressione di essere parte integrante di un tutto invisibile che sa e accade ovunque. L’artista allora non è più un genio, ma un essere in ascolto, anche di ciò che può apparirgli incomprensibile“. 

Questo libro – L’arte sopravviverà alle sue rovine – è la trascrizione di otto lezioni che Kiefer ha tenuto al Collège de France.

Si tratta di lezioni in cui l’artista mette a nudo il suo metodo di lavoro e i concetti portanti della sua visione artistica, in cui spiega le connessioni visive, concettuali e simboliche che danno forma al suo lavoro.

Parla inoltre dell’opera di altri artisti che hanno avuto un’influenza su di lui o che gli permettono di spiegare alcuni concetti fondanti dell’opera artistica. Alla fine del volume apre le porte dei due luoghi in Francia in cui lavora ed espone il suo operato, lo studio di Croissy e quello di Barjac. Come dice ai suoi studenti “Qui non siete alle origini dell’arte, bensì nel luogo in cui le opere si assemblano a partire da materiali diversi, dove circolano le idee ereditate dai secoli passati e, nel loro punto di incontro, producono una sorta di cristallizzazione chiamata Arte

Questi due luoghi gli sono inoltre congeniali per mostrare le sue opere in un contesto ideale, dove i vari edifici che ha costruito nel tempo dialogano o addirittura sono parte integrante dell’opera d’arte. 

Questi scritti comportano uno sforzo nel lettore che si approccia ad essi perché espongono una visione assolutamente personale di ciò che l’artista identifica come Arte e in cui cerca di esprimere i collegamenti mentali che lo portano in una direzione piuttosto che in un’altra. Non sono quindi una semplice lettura divulgativa ma il tentativo di spiegare cosa è l’Arte, come si fa e cosa è correlata ad essa.  

D’altra parte Kiefer è un artista che non si pone limiti e che crede che:

Anselm Kiefer è nato nel 1945 a Donaueschingen. Nel 1980 ha partecipato alla Biennale di Venezia, dove ha rappresentato la Germania. Da allora è riconosciuto in tutto il mondo tra i più importanti artisti contemporanei.

Con Feltrinelli ha pubblicato L’arte sopravvivrà alle sue rovine (2018).

Autore

  • Ambra Devoti

    Ambra Devoti, nata a Piacenza nel 1984. Ha frequentato il liceo artistico nella sua città natale per poi trasferirsi a Firenze dove si è laureata all'Accademia delle Belle Arti. Appassionata di cinema, musica, arte e letteratura, assolutamente indispensabili per vivere una vita degna di essere vissuta

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