Come isole nel mare: le donne sono terre emerse sparse in un vasto mare di tempo e spazio.
SINOSSI
1873. Mary non sa come sia arrivata su quella nave che da giorni solca un oceano freddo e grigio. Non sa nemmeno chi siano le persone che la circondano, come lei ignare di cosa stia accadendo. Una sola cosa è certa: in un momento di debolezza, Mary si è macchiata di una colpa gravissima.
Un gesto sconsiderato di cui forse ora sta pagando il prezzo?
1998, Madrid. 7 isolati, 45 cestini, 9 strisce pedonali separano Marta dal suo luogo di lavoro, il Museo Sorolla. Marta conta sempre, conta tutto, un’ossessione che l’ha isolata dal mondo e che l’ha spinta a nascondere una delle porcellane in esposizione, perché diversa dalle altre. Ma qualcosa cambia quando Marta inizia a trovare messaggi cifrati nascosti nel museo.
Chi è V., il misterioso mittente, e perché ha deciso di scriverle?
1998, Londra. Adela aveva una vita perfetta. Almeno finché non ha scoperto che il marito ha un’amante e tutto è crollato. Adesso la sua carriera di scrittrice è in crisi e ogni cosa intorno a lei sembra tradirla, perfino la vecchia foto scattata durante una visita al Museo Sorolla di Madrid, da cui Adela ha l’impressione che, a volte, una delle porcellane sparisca.
Possibile che stia perdendo la ragione?
Mary, Marta e Adela non si conoscono, eppure c’è un filo sottile che lega le loro storie.
Come isole alla deriva nello stesso mare, le loro vite si sfiorano e s’intrecciano in modi inattesi, rivelando connessioni invisibili e segreti sepolti nel tempo.
E sarà proprio grazie a queste connessioni che riusciranno a trovare la forza di prendere in mano la propria vita, di cercare nuove strade là dove sembrava ci fossero solo ostacoli, di intraprendere il cammino verso la felicità.
RECENSIONE
“A volte il passato nasconde la chiave che apre il futuro che ci meritiamo, e bisogna saperlo ascoltare”
Il caso, il destino, le coincidenze sono i burattinai delle nostre esistenze. Sono quei fattori imponderabili che, in un istante, possono scombinare ogni piano, rivelando quanto sia fragile la nostra illusione di controllo.
Non si tratta solo di eventi futuri, questi elementi oscuri orchestrano incontri o re-incontri con persone provenienti da un passato lontano, svolte inattese, costringendoci a rinegoziare la nostra storia, ci ricordano la profonda e spesso irrazionale interconnessione di ogni vita. Forse, ciò che chiamiamo destino, non è altro che la somma perfetta e imprevedibile di infinite coincidenze.
Come isole nel mare, un titolo di una bellezza infinita. Una storia al femminile. Le donne sono terre emerse sparse in un vasto mare di tempo e spazio. Ognuna è un universo autosufficiente, con le sue tempeste e le sue spiagge, senza che l’una conosca l’altra.
Il “mare” diventa l’elemento che, pur tenendole distanti, le avvolge e le rende parte di un unico libro, di una storia più grande.
Eppure, il destino le osserva tutte, riconoscendole e legandole attraverso un sottile filo invisibile che non è fatto di conoscenza, ma di risonanza storica ed emotiva.
La Pérez, con il suo racconto – bellissimo!!! -, ci presenta la storia della vita che, a volte, si configura come un’incredibile tessitura di esistenze apparentemente uniche e distanti; il sottile filo che le unisce è un legame materiale che trascende il tempo: una tazzina.
Tre Tazzine, Tre Donne: una simmetria immediata
La tazzina diviene un ponte, dimostrando che esistono capitoli diversi dello stesso, affascinante romanzo.
La tazzina non è solo porcellana, ma il giocoliere silenzioso di queste esistenze. Una delle donne l’ha nascosta, una la vede tutti i giorni nel museo dove è esposta, la terza ne ha un frammento e una foto; ma tutte loro ne percepiscono la risonanza emotiva. Quella tazzina è il catalizzatore di incontri e cambiamenti.
La tazzina è anche l’altro nome del destino, il tessitore imponderabile, che lega le loro storie in un racconto di forza, e cambiamento.
Le donne non si conoscono, ma si influenzano: l’azione di una si riflette, attraverso l’oggetto, nella vita dell’altra, la dimostrazione che nessuna vita è un’isola.
Ab origine. Tutto ha inizio con Mary, l’isola più lontana nel tempo. Lei incarna l’orrore subìto e l’ingiustizia, pagando colpe non sue. Quella tazzina, da lei trovata per caso, è la sua eredità involontaria. Mary non si limita a conservarla, la “tramanda”; la carica del peso della sua tragedia personale, rendendola una luce che attirerà chi verrà dopo.
“Mary sospira e il suo petto emette un sibilo, un suono che l’accompagna dalla notte che segnò la sua fine…”
Secoli dopo, a Madrid, troviamo Marta. La sua vita è un rigore di numeri e precisione, è ossessionata dal conteggio, una perfetta impiegata della Casa Museo Sorolla. È proprio lì, in quell’ambiente di ordine e catalogazione, che l’oggetto di Mary si presenta come un’anomalia: una tazzina fuori posto.
La tazzina che lei nasconde è il suo tentativo di custodire o gestire il proprio isolamento, ma è proprio questo oggetto a farla uscire dal suo guscio, collegandola ad un altro evento tanto curioso quanto inaspettato.
“Marta Soler, quella giovane donna di Madrid che, non appena il lunedì compare sul calendario, esce di casa alle 8.38 e percorre i 19 isolati che la separano dal luogo che sta cambiando la sua vita.”
Infine, c’è Adela, a Londra: madre, moglie, ma soprattutto scrittrice, colei che è naturalmente predisposta a intrecciare storie. Per lei, la tazzina arriva sia come un manufatto, che come un elemento visivo in una vecchia foto con tre tazzine. E qui entra in scena Watson, il cane che avrà una parte fondamentale in questa storia bellissima. E la mente rimanda, ovviamente, al caro Dr. Watson, inseparabile compagno di Holmes. Non è un caso!
Ma qualcosa cambia, da Tre a Due, Adela con la sua percezione distorta, una vita perfetta che non esiste più.
E POI…. A voi la lettura!
Come isole nel mare è un racconto che dimostra che l’umanità non è fatta di esistenze separate, ma di un’unica, complessa trama di eredità ed echi.
La vera magia di una scrittrice come la Pérez risiede nella capacità di trasformare l’ordinario in straordinario con uno stile che è un ossimoro letterario vivente. Ci troviamo di fronte a una prosa allo stesso tempo bellissima, leggera ed essenziale, ma intrisa di una potenza emotiva profonda ed inaspettata, necessaria eppure ricchissima. Non è un fuoco d’artificio di parole, ma un braciere che riscalda lentamente.
Questa scrittura non solo racconta una storia, ma la infonde di un irresistibile senso di curiosità, mistero e fascino. La narrazione si sviluppa come un intarsio, dove ogni evento, ogni personaggio, non è casuale, ma parte di una rete invisibile di simboli e legami.
È questo equilibrio tra leggerezza formale e narrato che ammalia, lasciando il lettore con la sensazione di aver compreso non solo la storia, ma l’inspiegabile interconnessione della nostra vita con il fato.
I protagonisti della Pérez, semplicemente, vivono!
“Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso“
John Donne, Meditazione XVII. Dall’opera Devozioni per occasioni d’emergenza (Devotions Upon Emergent Occasions. 1624)
TITOLO: COME ISOLE NEL MARE
AUTORE: NURIA Pérez
EDITORE: NORD
GENERE: narrativa spagnola, storia al femminile
AUTRICE
Nuria Pérez è nata in Galizia e ha lavorato a lungo come direttrice creativa di agenzie pubblicitarie a Milano e a Londra.
Ha curato uno dei podcast in lingua spagnola più seguiti e apprezzati degli ultimi anni, Gabinete de curiosidades, che ha vinto il Premio Ondas nel 2022.
Già autrice di diversi saggi, Come isole nel mare è il suo primo romanzo.
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