Principium individuationis
Si spengono le luci della città nel mattino ormai sorto.
Con precisione chirurgica, la Sfinge del Galio preleva il senso
del gelsomino azzurro del vicino. Non è più tempo
di scoprire se al di là della porta
tu ti nasconda ancora una volta preda della memoria.
Non c’è alcuna possibilità, non esiste per nulla al mondo
che io apra e scopra di aver sognato ininterrottamente
la tua assenza. Cara madre, qui non c’è più tempo.
Un giorno chiama l’altro come una promessa fatta in silenzio
e tu, cara madre, ormai da tempo, sei la sedia
attaccata al tavolo; sei l’assenza del fumo nella stanza,
la polvere sui cd musicali; sei il caffellatte, al pomeriggio,
che non ho mai più preso coi biscotti e sei la continuità
dei gesti ripetuti fino a farli diventare simboli –
principium individuationis



