Federica Scerbo e una vita da Book Influencer
Federica Scerbo, la “rossa“ più famosa del Bookstagram.
Conosciuta come @federica.sherwood – fa parte di tanti booksclub importanti nella Community social, tra cui La setta dei libri e Tokyo literature club…
Famosa per la passione nei confronti della letteratura Southern Gothic e Western, che condivide con numerosi lettori affezionati in diversi gruppi di lettura.
1. BookInfluencer nel DNA mi verrebbe da dire, condividi nei post la tua passione per i libri. BookInfluencer si nasce? Mi racconti i tuoi primi passi nella BookCommunity?
«All’inizio, quando aprì i miei profili social, non avrei mai immaginato di poter influenzare qualcuno o che i miei consigli di lettura potessero essere seguiti.
Mi limitavo a condividere le mie letture del momento, i libri che acquistavo e i romanzi che più mi piacevano.
Piano piano poi questa bella community è cresciuta e si è ampliata rendendomi molto fiera ed orgogliosa.»
2. Il tuo regno narrativo fa spesso riferimento a tema western. Io stessa, grazie a te, ho iniziato a leggerli. Com’è nata questa tua passione? Ce ne consigli qualcuno per iniziare ad affrontare questo genere di nicchia?
«l western e le storie della frontiera mi hanno sempre affascinata perché ho sempre amato quel lato della storia e della geografia americana che nessuno considera più di tanto.
Dai film, dai documentari, da qualche fumetto di mio padre ai libri il passo è stato breve. Sicuramente per iniziare a leggere letteratura western di solito consiglio di iniziare con “Lonesome Dove” di Larry McMurtry; è un mattone ma sicuramente è un libro che non lascia indifferenti.
Poi direi di proseguire con “Il potere del cane” di Thomas Savage e “Notizie dal mondo” di Paulette Jiles che è uno dei libri più commoventi che abbia letto.»
3. Un altro genere da te condiviso è quello gotico sudista, sottogenere della letteratura americana, ambientato nel profondo sud degli Stati Uniti. Cosa si intende per goticosudista? Dacci qualche titolo.
«Ho scoperto il Gotico Sudista da relativamente poco e che ho amato alla follia.
Per Southern Gothic si intende quel genere che racchiude romanzi ambientati nel profondo Sud degli Stati Uniti, in piccoli paesi o comunità rurali ma che nascondono un substrato di malvagità e aberrazione, povertà e ignoranza.
Alcuni tra i miei romanzi preferiti di questo genere sono “Figlio di Dio” di Cormac McCarthy, “Mentre morivo” di William Faulkner e sicuramente “E l’asina vide l’angelo” di Nick Cave che è eccezionale e che spero possiate leggere e amare tutti.»
4. Sul Bookstagram ti vediamo spesso coinvolta, insieme ad altri bookstagrammer tra cui Mariella, Annamaria ed Emanuele, nel Premio Strega e in tutti gli eventi connessi, tra cui Stregonerie presso la fabbrica del Liquore Strega. Com’è nata questa collaborazione? Com’è iniziata?
«In realtà tutto è cominciato grazie ad Anna (@lacontessarampante) e il suo progetto #Nelnomedellastrega attraverso il quale coinvolgeva diversi blogger appassionati di letteratura italiana e li spingeva a leggere i libri finalisti del Premio Strega.
Ormai il progetto #Nelnomedellastrega va avanti da tanti anni e quando è nata “Stregonerie”, la rassegna letteraria che si occupa di parlare del Premio Strega tutto l’anno, le ideatrici, Melania Petriello e Isabella Pedicini, ci hanno coinvolti.
E noi abbiamo accettato molto volentieri.»
5. Con Mariella ed Emanuele, inoltre, organizzi spesso gruppi di lettura e bookclub. Quali sono i vostri interessi letterari e quali romanzi entrano nei vostri gruppi?
«Con Mariella (@attorcigliata) ed Emanuele (@bosso_emanuele) sono molto in sintonia e spesso ci ritroviamo a leggere gli stessi libri nello stesso momento.»
6. Per oltre un anno hai portato avanti un tuo progetto personale legato ai libri, ovvero quello di non comprarli! Mi spieghi come hai fatto e come ti è venuta l’idea?
«Ho iniziato perché, semplicemente, non avevo più un soldo bucato e non percependo uno stipendio da capitano d’industria, mi trovavo sempre con l’acqua alla gola.
Così ho deciso di darci “solo” un freno. Poi la questione è diventata molto più complessa.
I libri accumulati, quelli acquistati da anni e ancora non letti, quelli regalati, quelli inviati dalle case editrici, mi sormontavano.
Si stagliavano senza ordine per tutta la stanza. Così ho iniziato a pensare che l’accumulo indiscriminato di qualsiasi cosa non poteva rendere la mia vita più ricca o piena. Anzi, io disordinata cronica, accumulatrice dall’alba dei tempi, ho capito che troppi oggetti creavano intorno a me, rumore.»
7. I tuoi Post sono piccoli gioielli grafici, esteticamente e concettualmente. Paga il lavoro che c’è dietro ogni singolo scatto?
«Durante i primi anni di Instagram si e infatti primi mi impegnavo molto di più.
In questo periodo sto cercando di focalizzarmi più sul messaggio che voglio far passare più che sulla grafica dei miei post»
8. Cos’hai sul comodino da leggere in questo momento? Sono curiosa!
«In questo momento sto leggendo “Frammenti di vetro” di Inga Gaile edito Mar dei Sargassi che sto amando molto sia per l’ambientazione ovvero quella della Lettonia degli anni ’30 sia per la tematica ovvero quella di una giovane donna ricoverata presso una clinica psichiatrica a pochi chilometri da Riga che aspetta un bambino dal suo psichiatra.»
9. Concludiamo questa intervista con questa frase. Poniti una domanda che nessuno ti ha maifatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
«Vorrei che qualcuno mi avesse domandato: “Ma a che serve parlare di libri letti sui social? Ti porta qualche beneficio?”
La mia risposta sarebbe stata che a livello economico essere una bookinfluencer non porta assolutamente nessun guadagno o almeno ne porta molto pochi.
A livello umano invece sono più che convinta che senza questa mia community e senza questa passione non potrei vivere!»