Io che ti ho voluto così bene di Roberta Recchia - Abbiamo letto - ilRecensore.it
Io che ti ho voluto così bene di Roberta Recchia - Abbiamo letto - ilRecensore.it

Io che ti ho voluto così bene di Roberta Recchia

Io che ti ho voluto così bene – L’Ulisse ai giorni nostri: tempesta e rinascita nel nuovo romanzo di Roberta Recchia

Luca non ha neanche quattordici anni, ma ha una sensibilità silenziosa che lo rende diverso dai coetanei. Con i genitori e il fratello maggiore abita in una località di mare, dove tutto sembra immutabile: un posto sicuro che con la bella stagione si popola anno dopo anno. Un’estate una ragazza piena di vita diventa il suo primo sogno d’amore. Quando però lei scompare, e i carabinieri bussano alla loro porta, l’esistenza di Luca e dei suoi viene segnata per sempre.

Per sottrarre lui, con la sua innocenza di bambino, all’ombra che si propaga inesorabile sulla famiglia, la madre gli riempie in fretta una valigia e lo mette su un treno con un biglietto di sola andata: al Nord lo aspettano lo zio Umberto, professore al liceo, e la zia Mara con le cugine. In un mondo diverso, lontanissimo da quello della sua infanzia, Luca prova a ricostruirsi, cresce e mette nuove radici, cercando di restituire un senso a parole come fiducia e appartenenza.

A sostenerlo ci sono lo zio Umberto, che per lui dà tutto se stesso, e Flavia, una ragazzina determinata a fargli ritrovare la speranza nel futuro. Con la sua penna delicata e profonda, Roberta Recchia mette in scena relazioni intense, dialoghi vibranti, e una storia che ci tiene stretti fino all’ultima pagina.

Un romanzo carico di grazia sulla possibilità di rinascere e di saper perdonare, con un protagonista che ci conquista e ci commuove da subito: perché la sua voce ci arriva con tutta la pienezza dei silenzi e delle verità sussurrate.

Ci sono romanzi che sussurrano, e romanzi che rompono il silenzio. Io che ti ho voluto così bene appartiene a questa seconda, preziosa categoria.

Roberta Recchia ritorna con una scrittura che si è fatta più consapevole, più asciutta, ma non per questo meno emozionante: semmai, la sua prosa è oggi capace di ferire e curare nella stessa frase, con quella grazia stilistica che la contraddistingue.

Torna oggi in libreria l’autrice che ha incantato 150.000 lettori con ‘’Tutta la vita che resta’’, il romanzo vincitore del premio ‘’Città di San Salvo’’ Premio eroine di oggi ‘’IoDonna’’, Premio miglior grafica di copertina ‘’Massarosa 2024’’, premio narrativa ‘’Massarosa 2024’’.

Il suo linguaggio, lirico e misurato, ha l’eleganza delle cose pensate a lungo, mai sovraccarico, mai retorico, ma sempre teso tra il bisogno di raccontare e il pudore del non dire tutto. I silenzi, in questo romanzo, sono parte attiva della narrazione: raccontano ciò che le parole non osano, fanno da controcanto emotivo alle frasi, e diventano spazi in cui il lettore si può rifugiare o smarrire.

Il ritmo narrativo si costruisce per accumulo e sottrazione: ogni scena ha un peso specifico, ogni dialogo ha una musicalità autentica, essenziale. Recchia dosa le parole come si dosano i gesti importanti, con rispetto e precisione, lasciando che siano le emozioni a espandersi dentro chi legge. È nella sua capacità di scrivere con levità anche ciò che è doloroso che risiede uno dei tratti più maturi della sua scrittura: la malinconia non è mai patetica, il dramma non è mai urlato.

‘’Davanti al bene che gli aveva voluto, tutto quell’odio non poteva niente.’’

Luca Nardulli, protagonista e simbolo di un’inquietudine universale, è specchio e riflesso di tanti lettori. L’autrice lo costruisce con delicatezza e profondità, senza mai indulgere nel pietismo.

È un Ulisse adolescente che parte non per eroismo, ma per necessità; eppure, il suo è un viaggio epico nel senso più intimo del termine: un’odissea emotiva fatta di spostamenti interiori, di naufragi relazionali e di approdi dolorosi, ma inevitabili.

‘’Lui era soprattutto questo: tutto l’amore che aveva avuto e aveva.’’

I personaggi secondari, che secondari non sono, sono tratteggiati con uno sguardo affettuoso e spietato insieme: le zavorre familiari, gli inciampi della fiducia, la scoperta del perdono – tutto si tiene in una trama che non ha bisogno di grandi colpi di scena per tenere alta la tensione narrativa. La forza del romanzo è nel suo cuore pulsante, non nelle sue svolte.

E c’è, sempre, quella vena ironica che sa spuntare nei momenti giusti, senza disturbare la profondità della materia trattata. Un’ironia che umanizza, che rende credibili le relazioni, che avvicina il lettore a un’umanità imperfetta e struggente.

La speranza, cifra poetica di Roberta Recchia, non è qui un’illusione zuccherosa, ma una resistenza silenziosa al buio. È una speranza che si costruisce nella fatica, nei rapporti spezzati che cercano nuove forme, nelle perdite che non trovano risposte ma solo spazio per essere abitate.

A livello stilistico, questo romanzo ha un equilibrio raro: preciso come un bisturi, ma capace di accarezzare. I passaggi più intensi sono sostenuti da un lessico che non cerca la bellezza a tutti i costi, ma la verità delle emozioni. È una scrittura che non chiede mai l’applauso, ma la partecipazione profonda.

Io che ti ho voluto così bene è un romanzo che lascia il segno con discrezione. Un libro che agisce lentamente, come certi amori, e quando arriva a toccare, lo fa nel punto più nudo. Recchia ha scritto un’opera che non si dimentica: perché ci obbliga a ricordare noi stessi.

 Dopo un fenomeno editoriale come ‘’Tutta la vita che resta’’ era difficilissimo doppiare quelle emozioni forti donate dalla lettura del romanzo. Roberta Recchia ci è riuscita consegnando al pubblico un nuovo romanzo: ‘’Io che ti ho voluto così bene’’ edito da Rizzoli. Attenzione: gli amanti dei protagonisti di ‘’Tutta la vita che resta’’ ogni tanto sobbalzeranno!

Un romanzo magnifico, duro e potente. 

VOTO: 10 E LODE

Roberta Recchia è nata a Roma nel 1972. Laureata in Lingue e Letterature Europee e Americane, fino a dieci anni fa ha lavorato in un’azienda leader nel ramo delle spedizioni internazionali. Nel 2013 ha deciso di abbandonare il lavoro d’ufficio per dedicarsi all’insegnamento, per cui ha scoperto una profonda passione. Con ‘’Tutta la vita che resta’ ha vinto numerosi premi.

Autore

  • Gabriel Uccheddu

    Gabriel Uccheddu nasce a Roma in una caldissima giornata di agosto. Nel 2020 pubblica il suo primo romanzo dal titolo “Mancavi solo tu’’ ispirato alla sua attività di volontariato di clownterapia che conduce negli ospedali di Roma; a questo è seguito un breve racconto pubblicato in self-publishing: “L’anima salvata’’. Attualmente sta concludendo gli studi del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l’università di Tor Vergata (Roma Due), dove ha modo di approfondire tematiche importanti sotto ogni punto di vista. Le sue passioni sono i libri, la scrittura e il cinema. Ama il contatto con il pubblico e gestisce un blog Instagram dove intervista autori e promuove la lettura. Ama stare a contatto con la natura e cucinare ottimi piatti della tradizione romana mentre sorseggia un calice di vino rosso. Seguimi su Instagram https://instagram.com/bribooks.ufficiale?

    Visualizza tutti gli articoli

ilRecensore.it non usa IA nelle recensioni

X