Le spietate
SINOSSI
Arkansas, 1877. Bridget a sedici anni si ritrova sola e sa di poter contare solo su se stessa: arriva a Dodge City senza un soldo, ma i suoi capelli rossi e l’aria dolce e spavalda da ragazza di campagna attirano l’attenzione di Lila, maîtresse del bordello Buffalo Queen. Bridget abbraccia la nuova professione: buon cibo, letti morbidi, denaro e tante amiche con cui confidarsi.
Ma l’arrivo in città di Spartan Lee, pistolera leggendaria, semina il caos, anche nel cuore di Bridget.
Recensione
Per Bridget:
“sei arrivata qui, eri vissuta così al minimo, che qualsiasi cosa ti sembrava il massimo”
La Cravens si accoda ad un genere riportato in auge da C. Eastwood con Gli Spietati (1992), il western che ha avuto grandi padri, soprattutto grandi registi come John Ford, il nostro Sergio Leone e grandi attori: uno fra tutti John Wayne.
Le spietate è una storia al femminile, donne perdenti e che hanno perso, e la Cravens ci presenta personaggi intriganti.
Ritroviamo, come da copione, le solite figure da saloon, centro di socializzazione per uomini in cerca di compagnia, il barista, il musicista che suona il pianoforte per intrattenere i cowboys, giocatori e ubriaconi.
La Cravens ci offre un affresco veloce di vita nel west fine ‘800, la nuova frontiera per tutti coloro che non avevano niente da perdere, una vita dura e sofferenze per uomini e donne.
Territori tutti da esplorare, dove le tribù dei nativi americani mantenevano il controllo dei loro territori, e dove i coloni iniziano una guerra il cui esito saranno le RISERVE (un aspetto poco accennato dalla Cravens, e ha fatto male). Una società fondata su criminali e poco di buono distrugge ciò che non comprende, e la storia si ripete.
E questa è la storia di una donna da saloon, una lucciola che deve intrattenere il cliente e farlo bere in qualsiasi occasione.
La protagonista Bridget è una giovane ragazza, rossa di capelli, bella, RED il suo soprannome (Lucky Red, titolo originale dell’opera).
Bridget è cresciuta in fretta, orfana di madre e poi di padre, vive di stenti, poco cibo e solitudine, con un genitore ubriacone che, il più delle volte, viene truffato. Lasciano l’Arkansas in cerca di fortuna con un carro e due muli. Solo Bridget arriverà in Kansas, a Dodge City, la più famosa città di frontiera nel 1877, anno degli eventi descritti.
“Ero arrivata con i piedi a pezzi, guidando un mulo magro e carico di tutta la mia esistenza, che non consisteva praticamente in nulla. Ero a malapena in grado di tenere la testa alta, e tutto incombeva su di me, due alberghi, negozi, saloon e bordelli, fitti, come le costole di una nave che si chiudono sotto lo scafo”
Dodge City, città di mandriani, di bifolchi, di saloon e bordelli, un medico e un piccolo quartiere di gente di un livello sociale superiore. I bravi e morigerati coloni che aborrono i cattivi costumi, le donne sventolano la Bibbia contro i cattivi costumi perché, come da consuetudine, i mariti frequentavano i locali un po’ allegri.
Il puritanesimo e la comunità sono, per antonomasia, le solide basi della società americana. Così oggi come nel 1877.
Il Buffalo Queen è bordello più elitario e protetto della cittadina, offre una casa e pasti caldi a Red/Bridget, e lei svolgerà la sua professione in modo del tutto normale e priva di turbamenti; è una professione come un’altra e, soprattutto, pagata. E lo fa in maniera spietata, senza troppa confusione, ma un nuovo sentimento, vero e pulito, la coglie inesperta, decisivo l’incontro con
Spartan Lee la pistolera cacciatrice di taglie e traditrice.
“Vestita da uomo… e combatte come un uomo… . Estrae per seconda ma spara per prima, veloce come un serpente…”
Chi non tradirà Red sarà l’amica Costance, prostituta per disperazione, dopo la morte del marito; una donna che ha perso tutto e il bordello è la via più facile. Costance è la tipica donna di frontiera, tenace e resiliente. Forse l’unica ragazza del Buffalo Queen con un minimo di istruzione. Constance osserva Red, le pone domande, sembra la sua coscienza. Costance è in definitiva un sentimento più forte dell’amore.
Personalità diverse danno vita a questo libro – Le Spietate – che la Cravens scrive ispirandosi certamente a personaggi realmente esistiti: Calamity James, Nell Pickwell… donne sopra le righe, che hanno affrontato il west come uomini, anzi peggio degli uomini. Le donne hanno fatto il west!
L’autrice ci presenta Spartan Lee, la pistolera cacciatrice di taglie, una donna anaffettiva, è il caso in cui tutto giustifica il fine compreso i mezzi, colei che entrerà nell’anima di Bridget.
Nel suo egoismo e indifferenza verso il prossimo è comunque una figura degna, è una donna sincera nella sua crudeltà.
E poi le due “meravigliose” tenutarie del Buffalo Queen, Kate e Lila, il gatto e la volpe, sempre in cerca di ragazze da reclutare e portare nel loro bordello; astuta e sorniona la prima, spietata e manipolatrice la seconda. Per i pochi danari che pagano alle ragazze si sono messe da parte i bond per la pensione, come vecchie baldracche varrebbero veramente poco. Questa è la fine di queste ragazze.
Le parole di Lila:
“Tutte noi… abbiamo scelto questa vita. Non che avessimo molto altro da scegliere, intendiamoci, ma siamo entrate da quella porta… e in un certo senso non ne usciremo mai. Lavoreremo in altri saloon. O ne apriremo uno nostro, oppure compreremo una pensione in qualche nuova città. E gestiremo un paio di ragazze dal retro., ma questo è quanto.
Sei una puttana ora, e una puttana resterai. Un uomo che apre la porta e ti invita a uscire è una cosa rara…”
E Bridget cresce al Buffalo Queen in tutti i sensi, nel bordello, soddisfacendo clienti tutte le sere scopre i propri sentimenti per le donne in maniera forte e totale.
La Cravens ci offre con Le spietate un western-queer a Dodge City, dove Bridget è la nuova linea di demarcazione in modo aperto e apre così una frontiera alla comprensione, alla diversità di genere.
Bridget esprime se stessa e la sua identità senza paura. Nella letteratura western non si parla di omosessualità, lo ha fatto oggi Almodovar (Strange Way of Life) lo fa la Cravens ne Le Spietate.
L’autrice descrive in modo pulito e veloce tutta la storia. Si dilunga a mio avviso un po’ troppo nella vita del bordello, sicuramente un po’ edulcorata, e ci presenta, di contrapposto, un finale un po’ veloce con la domanda: E POI?
Chi sono le Spietate? Lo sono davvero?
Red, Constance, Lila sono le spietate!!! Forse.
Spietate perché queste donne dure e sole scoprono il sentimento dell’amicizia e della solidarietà verso le compagne di bordello, e affrontano a colpi di colt i cattivi. Bridget va contro il suo cuore per vendetta e giustizia, lo stesso fa Lila per vendicare Kate, così come Constance per il suo sogno infranto, un sogno che è comune a Bridget, e per un momento ci hanno creduto.
Un libro che si legge volentieri, forse si poteva puntare più sull’originalità, i personaggi sono una rievocazione storica, così come i toponimi. Diciamo che la Cravens, sotto alcuni aspetti, si è fermata alla frontiera. Ma un romanzo sicuramente da leggere, sia per quello che ci racconta sia per quello che è il suo significato.
È la storia di Bridget, da crisalide a farfalla, si vede cambiata in un vestito datole da Constance:
“..e indossai il vestito…Mi guardai allo specchio: ero abituata a sembrare una ragazza, o una puttana, ma quella era la prima volta che nel mio riflesso vedevo una donna. Forse era la scollatura alta e la tonalità scura del vestito, o l’acconciatura semplice dei miei capelli, o forse avevo finalmente imparato a stare in piedi. O forse erano le distanze, le perdite che non erano riuscite a schiacciarmi, ma sotto il naso corto e le lentiggini sembravo pronta a tutto.”
Per amore Bridget avrebbe lasciato tutto, per amicizia e solidarietà Bridget diventa Spietata.
La legge del west.
Non ci sono gli Ingles.
TITOLO: LE SPIETATE
AUTORE: CLAUDIA CRAVENS
EDITORE: NNE
TRADUZIONE: SERENA DANIELE
Genere: queer-western
CLAUDIA CRAVENS
Claudia Cravens è una scrittrice americana laureata in Letteratura al Bard College, e vive a New York. Le spietate, un western al femminile suo romanzo d’esordio, è stato pubblicato in Italia da NN editore nel 2024.