Pop Culture - Vanni Codeluppi - ilRecensore.it
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Pop culture di Vanni Codeluppi

Pop culture. Da Disney a Squid Game: una preziosa bussola per leggere la contemporaneità

La Pop culture viene prodotta soprattutto negli Stati Uniti e negli ultimi decenni si è sempre più trasformata nella principale forma di cultura delle società avanzate. 

Il libro propone un modo originale di interpretarla, basato sull’analisi di pochi ma rilevanti personaggi e fenomeni di grande successo. Disney, Marilyn Monroe, Barbie, Blade Runner, Madonna, Lady Gaga, Taylor Swift, i supereroi Marvel, Grande Fratello, Squid Game sono diventati infatti protagonisti della Pop culture e, se studiati, permettono di capire i modi in cui essa agisce e si è evoluta a partire dai primi anni del Novecento sino a oggi.

Pop culture. Da Disney a Squid Game era proprio il libro che ci voleva: un piccolo vademecum per orientarci nel presente, capire da dove veniamo e (forse) intuire dove stiamo andando.


Con questo nuovo saggio, Vanni Codeluppi ci regala un’altra preziosa bussola per leggere la contemporaneità — dopo La morte della cultura di massa, uscito l’anno scorso sempre per Carocci — una sorta di mappa che ci aiuta a comprendere meglio il mondo che abitiamo e la società in cui viviamo.

Vanni Codeluppi, con Pop culture. Da Disney a Squid Game offre un saggio agile ma denso che ambisce a tracciare una cartografia della cultura pop contemporanea tramite casi emblematici.

L’autore non punta alla mole o all’enciclopedismo: sceglie pochi “iconici” — Disney, Marilyn Monroe, Barbie, supereroi Marvel, fenomeni di serie/televisione come Grande Fratello e Squid Game — e li mette in rapporto con trasformazioni socio-culturali, tecnologiche, simboliche. Il merito di questo approccio è duplice: da un lato rende il libro accessibile anche a chi non ha background accademico forte; dall’altro permette focalizzazioni puntuali che illuminano come certi simboli acquistino potere non solo estetico ma sociale.

Otto capitoli, ciascuno articolato in tre paragrafi che ne approfondiscono i dettagli. Tra questi, il secondo merita un’attenzione particolare — anche se, va detto, l’intero libro è una continua scoperta.
Il capitolo 2, intitolato Marilyn Monroe: l’essenza del pop, si divide in tre sezioni: La mascheraOggetto di desiderio e Icona assoluta.

Partiamo da un punto chiave: stiamo parlando di merce.


Marilyn Monroe è merce, o almeno così viene rappresentata — un prodotto pop, accessibile a tutti, offerto nella forma più semplice e seducente possibile.

Ed è proprio qui che nasce la contraddizione: come può una persona, una donna in carne e ossa, diventare merce?
Nella prima parte del capitolo entriamo subito in contatto con il personaggio, con la vera Marilyn, ovvero Norma Jeane, figlia illegittima di una madre segnata da gravi disturbi mentali e da una storia familiare difficile.

Qui si può già intuire qualcosa sul profilo di Marilyn Monroe: un’infanzia non certo facile, non rosea per una bambina che si vede costretta a vivere in diversi orfanotrofi e a passare da una famiglia a un’altra con possibili casi di molestie sessuali subite. Poi cresce, assume psicofarmaci, arriva la fama.

Marilyn Monroe ha saputo costruire e a indossare una maschera in grado di tagliare nettamente la realtà in due: da una parte c’è la vita privata e dall’altra la vita sul set; da una parte c’è Marilyn e dall’altra Norma.

Ma a quale prezzo? 50 dollari.

50 dollari è stata pagata per un nudo fotografico. Poi la foto è stata acquistata per 900 dollari e inserita all’interno del calendario Miss Golden Dreams, ma senza citare il suo nome. Nel frattempo la fama cresce e lei si ritrova a giustificare il fatto dicendo di averlo fatto per non morire di fame. Le foto vengono poi acquistate dalla rivista Playboy e l’immagine di Marilyn Monroe distesa su un telo di velluto rosso diventa un’icona, ovvero qualcosa di riproducibile in maniera seriale e industriale.

Questa era Marilyn Monroe: la maschera. Ma non una semplice maschera. Perché questa costruzione della persona, del personaggio, è diventata tale “grazie” allo «sguardo dei personaggi maschili». Questa era Marilyn Monroe: oggetto di desiderio. Uno studio sullo stupro riportato sul libro Against Our Will, di Susan Brownmiller, ha sostenuto che: 

«nella cultura occidentale le donne dispongono di un potere di attrazione sessuale che è strettamente proporzionale alla loro capacità di essere percepite come vittime».

Ma non solo. Sempre Susan Brownmiller riporta che lo stesso Alfred Hitchcock cercava personaggi femminili che fossero in grado di comunicare all’inconscio dello spettatore una

«condizione di debolezza e mancanza di difesa di fronte a possibili attacchi violenti».
 

A pensarci ora, a riprodurre nella mente le immagini di alcuni film passati, si può forse avvertire la sensazione appena descritta. E nonostante oggi il mondo sia un po’ diverso, non è comunque del tutto estraneo a certe idee e ad alcuni ruoli. 

In conclusione, chiunque ha presente la riproduzione su tela dell’attrice hollywoodiana creata da Andy Wharol, vera e propria icona dell’icona della pop art. L’artista creò l’opera quasi subito dopo la morte dell’attrice e questa nel 2022 venne venduta per la cifra di 195 milioni di dollari, risultando così il dipinto del Novecento più costoso al mondo. E questa è oggi Marilyn Monroe: icona assoluta.

Codeluppi ci accompagna poi a riflettere su un tema decisivo: il desiderio. Lo fa servendosi di una ricca rete di studi e ricerche, accuratamente elencati in fondo al libro.

Pop culture è un libro che coinvolge, che stimola la riflessione sul desiderio, sull’immagine, sull’identità, sui modelli e sulle contraddizioni che viviamo quando “consumiamo” cultura.

Con la pop art l’oggetto diventa protagonista. O meglio, gli oggetti diventano i protagonisti (e tutto diventa oggetto). Qui arriviamo a noi, al nostro tempo, nella nostra società. Perché oggi noi viviamo in un mondo in cui crediamo e siamo veramente convinti di essere ancora soggetti pensanti e desideranti, ma in realtà non facciamo altro che subire ed essere influenzati dagli oggetti e dalle informazioni.

«Va considerato però che la Merce ci desidera. O meglio, desidera il nostro desiderio. Noi quindi la vogliamo perché sentiamo che lei è attratta da noi. È il meccanismo della seduzione […]». 

Dunque, oggi, chi è il vero oggetto nella nostra società?

Vanni Codeluppi - Carocci - ilRecensore.it

Vanni Codeluppi è professore ordinario di Sociologia dei media all’Università IULM di Milano. Si occupa principalmente dei fenomeni comunicativi presenti all’interno dei consumi, dei media e della cultura di massa.

Dirige le collane Impresa, comunicazione, mercato e Comunicazione e società dell’editore Franco Angeli.

Ha collaborato con vari giornali e pubblicato numerose monografie, tra cui, negli ultimi anni, Mi metto in vetrina (2015), Il divismo (2017), Il tramonto della realtà (2018), Che cos’è la pubblicità (2019), Ligaland (2020). Ha curato inoltre tre antologie di scritti di Jean Baudrillard: Il sogno della merce (1987), Miti fatali (2014), Pornografia del terrorismo (2017).

Per Carocci ha pubblicato diversi saggi tra cui Pop Culture. Da Disney a Squid Games, pubblicato a Settembre 2025

Autore

  • Luca de Vincentiis

    Sono Luca de Vincentiis, con la “d” minuscola (perché secondo il nonno paterno s’ha da scrivere così) e due sono le benedette “ii” alla fine del cognome. Nato a Sanremo, città dei fiori, della musica, di mare e dal meraviglioso clima. Sono felicemente libraio e genitore di quattro libri di poesia: “Alla ricerca degli istanti perduti”, Gruppo Albatros Il Filo, 2021; “Amore e discordia”, L’Erudita, 2022; “Fiori da ponente”, Ed. Ensemble, 2024, “Ciò che tu già non sai, ciò che tu non mi comandi di dirti” Ed. Ensemble 2025.  Faccio parte di un collettivo di poesia che si chiama Il Vivaio del Verso e mi piacciono la fotografia, la pizza, la pasta col tonno, il vino rosso (non meno di 14 gradi) e la birra rossa. Mi piacciono anche altre cose. Sono Sagittario: ometto ma non mento.

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