Da parte di madre di Federica De Paolis
Da parte di madre di Federica De Paolis

Da parte di madre di Federica De Paolis

Da parte di madre

Allegra ed entusiasta, oppure malinconica e afflitta. Bellissima e fragile, con lo sguardo appena velato da “certi pensieri soffocati”.

Così Federica racconta sua madre, la “fantasmagorica mamma bionda” dai gesti istrionici, dal portamento elegante e disinvolto attraverso cui traspare, in filigrana, un’irrimediabile insicurezza. L’autrice scava nella memoria per comporre il ritratto tenero e disincantato di una donna tutta luci e ombre, e al tempo stesso un tagliente spaccato di famiglia incorniciato nell’ambiente borghese di Roma.

Con il suo sguardo di figlia, tra lo struggente desiderio di emulazione e la ricerca della propria identità, osserva la madre e la decostruisce. La rivede vicino al telefono, simile a un lepidottero intorno a un fascio luminoso, a sorvegliare la segreteria in attesa della chiamata di un uomo che non l’ama davvero.

La vede regina e poi schiava dei suoi amori – amori sghembi, fatti di assenza, desiderio, euforia e negazioni. La rivede madre e donna, modello e poi gabbia da cui liberarsi.

Da parte di madre” è la storia di un legame indissolubile, di scelte sofferte, della vita che ti prende e ti trascina via ma alla fine ti riporta lì dove tutto ha avuto inizio: la prima casa, tua madre.

‘’A noi, madri e figlie’’ questa è la dedica che Federica De Paolis fa nell’esergo. 

Da parte di madre è proprio questo: un romanzo sulla madre, essere che dona la vita, che porta in grembo la sua creazione, e nella quale ci riconosciamo prima di tutti. La madre è il primo amore, il primo sguardo che un essere umano volge ad essa appena venuto al mondo.

Federica, come scrive nell’incipit rievoca ciò che era sua madre: ‘’I gesti, il corpo, la biondezza, l’educazione selvaggia…’’ Una donna attraente, capace di farti cadere ai suoi piedi solo con uno sguardo. Una donna bellissima e biondissima.

Questo romanzo attraversa il rapporto che Federica e sua madre avevano: un rapporto fatto di amore ma anche di confidenze fin troppo personali. Una mamma che le racconta delle sue notti passionali insieme al ‘’fisico’’, un uomo che Federica De Paolis descrive come una ‘’sagoma etrusca’’.

Attraverso le pagine di questo romanzo l’autrice ci permette di entrare nella sua vita e negli accadimenti che hanno contribuito alla sua crescita e al suo diventare donna.

I capitoli di questo libro sono le case che Federica e sua mamma hanno abitato (Via Guido Banti, Via del Pellegrino, via Oglio e Via Nemorense) abitazioni che hanno visto gioie e dolori, tristezza e felicità.

In Da parte di madre, l’altra protagonista, quella che è ferma in un immobilismo quasi maligno, è una segreteria telefonica:  sua mamma è in continua attesa di chiamate, di risposte e del desiderio di essere amata

L’amore è un continuo desiderio, a volte raggiungibile altre no, come nell’incontro in cui si palesa ‘L’ingegnere’, un uomo che non vuole lacci sentimentali, tutto il contrario della monogamia. Mentre sua madre è fissa davanti al telefono, Federica cresce e sperimenta l’amore e la vita ed è in continua lotta con sé stessa.

Vuole davvero essere come sua madre? 

Federica vive un’infanzia e un’adolescenza segnate da profonde ferite emotive e traumi familiari. Durante la sua infanzia, ha dovuto affrontare la paura costante che l’uomo, entrato nella vita della madre dopo la separazione dal padre, potesse farle del male.

Timore aggravato dalla violenza fisica che quest’uomo infliggeva alla madre, violenza emotiva che Federica testimonia impotente. Il rifugio a tutto questo saranno le piccole attenzioni che riservava al suo criceto: lo riempiva di carezze con le quali cercava affetto e protezioni mentre il criceto, ignaro, tentava di  sfuggire di mano. 

Federica naviga nel mare tempestoso del suo passato in cui la madre è stata una presenza lontana, un faro distante sempre visibile ma mai veramente raggiungibile.

Questo legame, una danza di silenzi e incomprensioni, è il cuore pulsante del romanzo, un filo di Arianna che guida il lettore attraverso il labirinto emotivo della storia.

L’autrice cerca di andare nella direzione in cui il vento le soffia a favore: inizia un percorso di psicoterapia per affrontare alcuni problemi personali, cerca di trovare il significato della sua esistenza e cerca di scoprire, anche lei, l’amore, senza essere mai esule da sofferenze.

In ‘’Da parte di madre’’ Federica ci parla anche dei ricordi della sua infanzia che sono frastagliati, spezzettati, poco nitidi.

‘’Avevo una memoria frastagliata della mia prima infanzia […] la memoria era muta, come una vecchia fotografia’’. 

Ci parla della separazione ma anche del ricongiungimento dei loro genitori al capezzale della madre. Un incontro commovente e significativo che il lettore apprezzerà moltissimo.

Attraverso uno stile nostalgico e malinconico, Federica de Paolis, ripercorre la storia d’amore di suo padre e sua madre, della loro urgenza di sposarsi perchè:

‘’Si erano sposati per dormire insieme: significava che non potevano stare distanti, il loro amore somigliava ad un’urgenza’’.

Ma la vita a volte ci mette davanti a scelte ed esperienze che ci fanno rivalutare le nostre considerazioni, seppure un lieto fine sembri esserci…

La narrazione di Federica De Paolis è come una grande orchestra: le parole sono le note che suonano tutte a tempo e in perfetta sincronia. Lo stile non è banale, mai scontato e soprattutto veritiero, ricorda una confessione, una confidenza che la scrittrice fa al lettore che le riserva la fiducia di leggere la propria storia.

Da parte di madre è un memoir, una biografia, una testimonianza di vita.

L’autrice non addolcisce nulla, il racconto è ciò che Federica ha provato sulla sua pelle e niente è alterato o mitigato. Nel racconto viene utilizzata anche l’ironia, per ricordare e riportare alla memoria eventi del passato che hanno fatto sorridere, vivere istanti di spensieratezza, quella che tutti noi ricerchiamo con i capelli al vento e il sole in faccia.

Il finale della storia è dolceamaro, qualcosa che viene preannunciato nelle pagine precedenti.

Federica De Paolis abilmente conduce il lettore lungo un percorso emotivo tortuoso, lasciando che le emozioni si intreccino e si scontrino fino all’ultima pagina. È un epilogo che offre una sorta di catarsi, portando il lettore a riflettere sul significato profondo delle vicende narrate e delle relazioni umane, senza offrire risposte definitive ma lasciando spazio alla contemplazione.

Da parte di madre è una storia che meritava di essere raccontata, alla fine della lettura ci si sente un po’ orfani: la signora bionda che è fissa sulla segreteria con le sue Muratti e i rivoli di fumo che si dipanano nella casa in cui Federica vive.

Il lettore rimane orfano di una storia che può essere riletta ma mai come la prima volta: un vaso di Pandora che viene scoperchiato e nel quale sono contenuti tutti i segreti della vita di Federica De Paolis.

Il lettore dopo  aver concluso la lettura di questo romanzo rimarrà  fisso a guardare il muro, piangerà o forse riderà. Deciderà di rileggere il prologo, fulminante, abbagliante, dove tutto inizia, dove ci si perde tra le parole della scrittrice che danno inizio al racconto della sua vita. Una vita che viene raccontata come un melò degli anni 70.

Un elemento che ho trovato di grande impatto emotivo è stato il racconto delle esperienze scolastiche dell’autrice, delle sue sconfitte e poi anche delle sue vittorie, conquistate con molta fatica.

L’utilizzo dei nomi dei personaggi è qualcosa di meraviglioso: tutti vengono nominati attraverso degli aggettivi o delle qualità.

Il fisico, il selvaggio, l’ingegnere e nerocomelapece… Ho apprezzato moltissimo questo modo fluido e colorato di raccontare il personaggio, perché questo fa comprendere che a volte non occorrono molte spiegazioni: quando si è in empatia sono sufficienti e fondamentali i gesti, le movenze e il modo di essere. Un espediente narrativo che cela mistero e di conseguenza alimenta la curiosità di scoprire chi fossero veramente, nel profondo, i personaggi che Federica racconta così abilmente nel suo romanzo.

Una lettura consigliata a chi vuole perdersi tra le pagine di una storia in bianco e nero, con una piccola spruzzata di colori qua e là e a chi ha voglia di rimanere stretto in un abbraccio di comprensione. 

Federica De Paolis (1971) vive a Roma, dove è nata.  È dialoghista cinematografica. Con Le imperfette ha vinto il Premio DeA Planeta 2020. Nel 2022 ha pubblicato Le distrazioni (HarperCollins), Premio Selezione Bancarella 2023. È stata tradotta in diverse lingue. Scrive per “TuttoLibri – La Stampa”.

Autore

  • Gabriel Uccheddu

    Gabriel Uccheddu nasce a Roma in una caldissima giornata di agosto. Nel 2020 pubblica il suo primo romanzo dal titolo “Mancavi solo tu’’ ispirato alla sua attività di volontariato di clownterapia che conduce negli ospedali di Roma; a questo è seguito un breve racconto pubblicato in self-publishing: “L’anima salvata’’. Attualmente sta concludendo gli studi del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l’università di Tor Vergata (Roma Due), dove ha modo di approfondire tematiche importanti sotto ogni punto di vista. Le sue passioni sono i libri, la scrittura e il cinema. Ama il contatto con il pubblico e gestisce un blog Instagram dove intervista autori e promuove la lettura. Ama stare a contatto con la natura e cucinare ottimi piatti della tradizione romana mentre sorseggia un calice di vino rosso. Seguimi su Instagram https://instagram.com/bribooks.ufficiale?

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