I buoni propositi di Sabrina Gabriele - ilRecensore.it
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I buoni propositi di Sabrina Gabriele

I buoni propositi: una storia di sogni,memoria e rinascita.

Dicembre 1981. Vanni Maestri è l’anima di una piccola libreria nel centro di Bologna, nota per una particolare tradizione: i clienti scrivono su dei foglietti i loro propositi per l’anno nuovo e li lasciano dentro alle pagine dei volumi usati. C’è chi spera in una nuova casa, chi in un lavoro, chi nella vittoria dell’Italia ai prossimi mondiali di calcio.

Accantonato il suo sogno di gioventù, Vanni ha scelto di essere il custode di quelli altrui, di vivere una vita tranquilla e di tenere a distanza il ricordo di un amore rimasto sospeso nel tempo. Ma quando Agata, la sua giovane assistente, trova il primo buon proposito nell’archivio del retrobottega, è come se scoprisse, tra le ceneri della memoria, la scintilla di un dolore che non ha smesso di bruciare.

Nelle stesse ore, nello studio di un notaio, la contessa Costanza Castelvetri scopre che il suo defunto marito le ha lasciato in eredità un manoscritto di cui nessuno era a conoscenza: è la storia di tre studenti universitari, di un amore segnato dalle sirene del conflitto mondiale e dalle persecuzioni razziali. Quelle pagine ingiallite non possono risarcire le ferite del passato, ma saranno l’occasione – per tutti i personaggi della storia – di scegliere finalmente, in un tempo presente, la felicità. 

Quanto tempo può sopravvivere un sogno rimasto racchiuso all’interno di un cassetto, impolverato dagli anni che sono passati, chiuso con una chiave a doppia mandata che scricchiola mentre ruota, un po’ a vuoto, nella serratura arrugginita? 

I buoni propositi, romanzo edito da Salani all’interno della collana Le stanze e firmato da Sabrina Gabriele (già autrice di Quattro giorni o sempre, uscito nel 2023 per E/O), è un romanzo di poco più di duecento pagine che è una vera e propria coccola letteraria di rara delicatezza.

Con uno stile immediato, composto da frasi lunghe e sinuose, intervallate da una punteggiatura decisa e netta, l’autrice prende per mano il lettore e lo porta all’interno di una libreria pervasa dal profumo di carta, nella Bologna degli anni Ottanta. Lo fa con sapienza, senza strafare, creando immagini che le parole rendono quadri grazie ad una aggettivazione puntuale e precisa, socchiudendo piano piano varie porte che lasciano così intravedere spiragli di vita, di sogni infranti, di amicizie perdute, di esistenze alla deriva.

Distribuiti su un centinaio di metri quadri, disposti in maniera quasi labirintica, altissimi scaffali di metallo disegnavano cunicoli di parole stampate a delineare un reticolo fittissimo, di cui a malapena si poteva scorgere la fine, oltre il dorso dei libri.

Vanni Maestri è indubbiamente l’anima del romanzo, così come è l’anima di quel negozio di libri che è diventato, per lui, il suo sogno realizzato.

O, per meglio dire, è il ripiego che lo ha reso la persona che è oggi. Vanni adesso è un uomo adulto, abituato a vivere circondato dal silenzio. Ma, in passato, i suoi sogni erano altri: la guerra, il suo essere ebreo così come le esperienze che ha vissuto lo hanno indurito nel corpo ma non negli occhi, che sono rimasti quelli del ragazzo che frequentava l’Università tanti anni prima.

Tuttavia, è stanco Vanni, di una stanchezza che colpisce le persone che, dopo molti anni passati a fare sempre le stesse cose, si iniziano a sentire esausti. Percepisce lo scorrere del tempo e si confida con Agata, una giovane assistente, colei che, nel Dicembre del 1981, per caso troverà il primo proposito archiviato nel retrobottega, quello scritto proprio indubbiamente dal signor Vanni: un qualcosa di non ancora realizzato. 

E mentre questo filo narrativo si srotola, parallelamente il lettore viene accolto da una villa nobiliare. In questa dimora maestosa vive Costanza, una contessa, che si trova ad affrontare una perdita, a raccogliere i pezzi di una famiglia che un po’ si è persa, a tornare indietro nel tempo con la mente, con i ricordi, con le storie scovate per caso.

Sono due storie che sembrano lontanissime, quelle del signor Vanni e della contessa Costanza, ma che, grazie ad una serie di tasselli che si incastrano e si svelano, capitolo dopo capitolo, il lettore comprende provenire da una stessa radice, da uno stesso ceppo fatto di relazioni umane, da un’amicizia a tre punte che risale agli anni della seconda guerra mondiale e che è legata a  vicende più grandi degli stessi.


Perché I buoni propositi è un romanzo delicato e autentico ma, come detto in precedenza, lascia le porte socchiuse ed ecco che da una di esse appare la Storia, quella con la S maiuscola che si studia nei libri di scuola, quella fatta di razzismo, di deportazioni, di scelte che gli uomini sono stati costretti a compiere e che li ha resi, in un certo senso, un po’ meno umani.

Gli ufficiali del regime lo attendevano fumando, sul fondo del ballatoio. 
Il giovane ebreo ne approfittò per richiudersi la porta alle spalle e preparare una sacca da viaggio con un cambio di biancheria, un rasoio, uno spazzolino, qualche lettura tascabile. [...] “Sono pronto” annunciò infine Vanni, fermo sull’uscio di una stanza che non era già più sua.
“Prego, ci segua”.

E così procede il romanzo, attraverso capitoli che profumano di legami e amicizie che si mescolano ai luoghi e al tempo che scorre

Ci sono giovani ragazzi che si prendono per mano e si scambiano un bacio tra gli scaffali ricolmi di libri ma anche fratelli che, insieme, scoprono qualcosa in più sulla loro famiglia. Ci sono oggetti che, nonostante tutto, tornano nuovamente a intrecciarsi con la vita di chi, decenni prima, li aveva nascosti.

Sabrina Gabriele prende i suoi personaggi di carta e li accompagna in una passeggiata serale tra i vicoli di Bologna, portandoli verso un finale non banale, inaspettato, dolceamaro e, proprio per questo, estremamente credibile e autentico. 

Perché i sogni non hanno scadenza: mantengono intatta la loro forza dirompente, anche se vengono per un po’ dimenticati sotto uno strato di polvere e muffa. Restano vivi ma non sempre si tramutano in realtà, non sempre diventano fatti concreti, così come i buoni propositi. Tuttavia… A volte… Ci riescono e si realizzano.

… per tutti i sogni che sono diventati rimpianti.
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Sabrina Gabriele (1978) è nata a Bergamo, ha studiato all’Accademia di Arte Drammatica “Paolo Grassi” a Milano, ha abitato a Londra e da anni vive a Parigi, dove lavora nell’alta moda.

Nel 2023 ha pubblicato Quattro giorni o sempre.

Autore

  • Monica Oliveri

    Libraia e Blogger, laureata presso l'Università di Torino, responsabile di due gruppi di lettura per ragazzi e adolescenti, concentro il mio sguardo su trame insolite, meglio se ambientate nella wilderness americana. Ho approfondito, negli anni, gli studi sulla letteratura angloamericana, affiancando il tutto all'esperienza sul campo, tra gli scaffali della libreria. La mia giornata non può partire senza una buona dose di caffeina. 

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