Quando i fiori avranno tempo per me - ilRecensore.it
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Quando i fiori avranno tempo per me di Sara Gambazza

Quando i fiori avranno tempo per me: una madre, due figlie e un’Italia che brucia tra povertà e orgoglio

Parma, 1922. Anita non è una moglie. Non è una madre come si conviene. Non ha un uomo, né una casa vera. Per il borgo è solo la Bórda, una puttana da evitare di giorno e cercare di notte. Ma Anita è molto di più: è una sopravvissuta, una mamma feroce e amorevole che farebbe qualunque cosa per proteggere le sue figlie da un mondo che le respinge e le giudica senza pietà.


Mentre l’Italia si infiamma sotto la violenza degli squadristi e la fame stringe i vicoli della città, Anita combatte la sua guerra privata. Rosa, la primogenita, è una bambina attenta e generosa, costretta a diventare grande troppo in fretta. Ninfa, la più piccola, ha occhi troppo grandi per il suo viso magro e un dono oscuro che la tormenta.


Tra rivolte, ingiustizie e segreti sepolti sotto la polvere delle strade, Quando i fiori avranno tempo per me è il racconto di una madre che non si arrende, di due bambine che diventano presto donne alla ricerca di un destino diverso, e di un mondo in cui essere poveri voleva dire essere invisibili ma mai rassegnati, pronti a lottare per sé stessi e per i propri simili.


Un romanzo intenso e struggente, popolato da un’umanità che soffre ma ha la forza di rinascere, anche sotto le bombe, anche di fronte alla condanna di un amore che sembra impossibile.

Quando i fiori avranno tempo per me di Sara Gambazza, edito Longanesi, è il romanzo perfetto per chi ha amato, sofferto e pianto con i libri firmati da Valentina D’Urbano, da Roberta Recchia, da Silvia Avallone.


E’ una storia che affonda le radici nei quartieri di Parma, quelli degli ultimi. L’autrice ripercorre i vicoli bui e incastonati ai margini della società, dove i reietti e coloro che la morale comune scansa hanno trovato rifugio. Immerge immediatamente il lettore in un’epoca lontana, negli anni in cui il conflitto mondiale coinvolge l’Italia, la scuote, la travolge.


“… la guerra era arrivata con l’aria vaga di chi s’infila dove non deve e, senza chiedere
permesso né scusa, aveva sof ocato la quotidianità con una coperta grigia d’incertezza.
Aveva seppellito le domeniche. Aperto la porta al dolore.”


Tuttavia, il focus narrativo non abbandona mai le tre donne protagoniste del romanzo: Anita, prima, Rosa e Ninfa, poi. Loro tre sono il cuore pulsante di questa storia che si srotola, capitolo dopo capitolo, con uno stile diretto, sanguigno, graffiante.


Anita lotta, stringe i denti, si piega ma non si spezza per quelle due figlie che tanto ama ma alle quali non sa mostrare un sentimento tanto puro quanto per lei complesso

È una donna che ha scelto di vendere il suo corpo perché è l’unica cosa che ancora possiede, di cui ha il controllo.

È sola, Anita, di una solitudine che solo la guerra riesce paradossalmente a limare, portandola allo stremo delle forze. La miseria la costringe sull’uscio di un bordello degli ultimi che non solo la accoglie ma che, nel tempo, diventa casa, diventa famiglia, per lei e per le due figlie.


Rosa e Ninfa sono sorelle, figlie della Bòrda. Inizialmente bambine, diventano presto giovani donne, costrette a portarsi addosso un’eredità scomoda, che fa rumore, odore, dispiacere.


“anche lei puzzava, perché l’odore della madre si attacca alla figlia. E alle trecce tirate, al calamaio rovesciato, alla bacchetta sulle dita per punizione.”


Rosa è più mite, è dolce, è accondiscendente; Ninfa è il suo opposto.


Ninfa è testarda, dura, sente la morte arrivare grazie a un dono che è anche una maledizione.
Ninfa è scaltra, è decisa, è indomita ma nulla, nemmeno la guerra riesce a estirpare quella natura selvatica che la contraddistingue, che muta nel tempo ma che non svanisce mai.


Quando i fiori avranno tempo per me è un romanzo in cui la resilienza e la resistenza divampano, dove le mani dei protagonisti si riempiono di calli, dove le teste degli abitanti del borgo si lasciano ammansire da ideologie politiche, chi da un lato, chi dall’altro.


È un racconto la cui penna scorre rapida e secca, con frasi incisive, spigolose e immediate. Lascia tuttavia un solco, deciso e profondo, grazie alla caratterizzazione precisa e puntuale non solo delle protagoniste della storia ma anche dei personaggi secondari: Ettore, Padre Teodosio, Ida, Pinna, Marchetto. Anche di piccole comparse tanto ostinate e stoiche da lasciare la loro eco tra le pagine del libro.


“… nessuno può strappargli la persona che è sotto la pelle: e se mai che ci riuscissero
farebbe della casacca un cappio e si appenderebbe al soffitto.”


Voci eterogenee che appartengono a un unico coro proveniente dal Borgo della Morte che, tuttavia, sprigiona vita, lotta per la vita.


Ognuno a modo suo, ognuno con i propri mezzi (chi attraverso una divisa inamidata, chi attraverso un’arma nascosta e un nome nuovo, chi restando dove è sempre stato), porta avanti le proprie idee, con fierezza e onore. Perché …


è sporco chi imbratta la coscienza, non chi ha le toppe ai vestiti.


Attraverso una trama che si dirama per poi riunirsi, sul finale, a chiusura di un ideale cerchio narrativo, Gambazza racconta una parentesi storica di un’Italia dimenticata, quella degli ultimi e degli emarginati. Lo fa con una delicatezza e una devozione che si percepiscono, anche attraverso la pagina, anche attraverso le parole scritte. Regala loro un lieto fine parziale, fatto di gratitudine e affetto, in cui restano tramortiti i sentimenti forti a favore di una pacatezza che fa star bene.


“Te l’ho detto tanto tempo fa…” dice con la voce che è cartapesta strizzata “mi costi
fatica”.

“L’amore è fatica.”
“L’amore non esiste.”

Sara Gambazza autrice di Quando i fiori avranno tempo per me - ilRecensore.it

SARA GAMBAZZA è nata a Parma e vive a Noceto, nella campagna parmense, con il marito, tre figli, sei cani e due asini.

Ha esordito nella narrativa con il romanzo Ci sono mani che odorano di buono (Longanesi 2023).

Sempre per Longanesi ha pubblicato Quando i fiori avranno tempo per me

Autore

  • Monica Oliveri

    Libraia e Blogger, laureata presso l'Università di Torino, responsabile di due gruppi di lettura per ragazzi e adolescenti, concentro il mio sguardo su trame insolite, meglio se ambientate nella wilderness americana. Ho approfondito, negli anni, gli studi sulla letteratura angloamericana, affiancando il tutto all'esperienza sul campo, tra gli scaffali della libreria. La mia giornata non può partire senza una buona dose di caffeina. 

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