Le sarte della Villarey: la straordinaria storia vera di donne che sfidarono la guerra con la forza della solidarietà.
SINOSSI
Ancona, 1943. La guerra semina dolore, spezza le famiglie e svuota le case. Lo sa bene Laura, che a diciotto anni è rimasta con il fratello Milo perché la madre è mancata da poco, mentre il padre è a combattere in Grecia e da tempo non dà più notizie. Sarà Alda, vedova forte e generosa che ha cresciuto da sola quattro figlie e che è sarta e factotum alla caserma Villarey, ad aiutare Laura, portandola con sé in caserma perché le dia una mano.
E mentre Laura impara il nuovo mestiere, la storia subisce cambi repentini: la caduta del Duce, l’armistizio di Badoglio, l’Italia spaccata in due.
Quando il 15 settembre Ancona è occupata dai tedeschi, alla Villarey vengono rinchiusi più di tremila soldati italiani, in attesa di essere deportati in Germania nei campi di lavoro nazisti. Alda però non ci sta ed escogita un piano per l’evasione perfetta. Tratto da un’incredibile quanto straordinaria storia vera, Le sarte della Villarey è un’emozionante celebrazione della forza delle donne, un esempio di resilienza e Resistenza che diventa grido di speranza ed esortazione a non rassegnarsi mai al buio del mondo.
RECENSIONE
Ci sono storie che non chiedono il permesso di entrarti dentro, ti prendono per mano e ti portano in un’altra epoca, facendoti sentire il peso della storia e, insieme, la leggerezza della speranza.
Le Sarte della Villarey è esattamente questo: non un semplice romanzo storico, ma una celebrazione potente e commovente della forza tranquilla che può nascere dalla disperazione.
Il romanzo si pone come un vero e proprio abbraccio alla resilienza femminile in un’Italia a pezzi. Ci troviamo catapultati in un momento storico che sentiamo ancora bruciare, quello della guerra che non fa sconti a nessuno.
Al centro, la giovane Laura, appena diciottenne e già costretta a raccogliere i cocci di una vita: la madre scomparsa, il padre disperso in Grecia.
Alda, vedova e sarta, è il cuore pulsante di questo racconto. Non è una figura epica in senso classico; è una donna del popolo, forte, generosa, una factotum che con l’ago e il filo tiene insieme non solo stoffe, ma anche le esistenze fragili di chi le sta intorno. Portando Laura con sé nella caserma Villarey, le offre non solo un mestiere, ma una possibilità di sopravvivenza in un’Italia che sta crollando. Ecco, Alda incarna il ruolo della Donna per eccellenza, La Donna dal carattere forte che sa destreggiarsi in una società patriarcale, nella quale la donna deve dare il doppio per mostrare il proprio valore e bravura e riuscire a farsi strada in una società che la vorrebbe semplicemente moglie e madre.
Le Sarte della Villarey affonda le radici in un momento cruciale della nostra storia: la caduta del Duce, l’armistizio di Badoglio e la successiva, drammatica occupazione tedesca di Ancona.
La caserma Villarey si trasforma in una prigione: più di tremila soldati italiani, ex-alleati, vengono rinchiusi in attesa di essere deportati nei campi di lavoro nazisti. Qui, dove l’orrore minaccia di inghiottire ogni cosa, emerge il gesto che rende questa storia indimenticabile.
Alda non ci sta. E con lei, altre donne. Paragonerei Alda ad un’eroina moderna capace di farsi portavoce di una nuova ideologia e soprattutto a tutelare i diritti delle donne, a far sentire la loro “flebile” voce.
<< Non si dà pace >> risponde Laura. << Finché ci sono ancora soldati alla Villarey, ci saremo anche noi, qui, a farli scappare >>.
Quello che segue non posso e non voglio rivelarlo nei dettagli (per lasciare al lettore l’emozione della scoperta), ma è un piano di evasione incredibile, orchestrato con l’ingegno, l’audacia e l’abilità manuale delle sarte.
Questa storia, tratta da una vicenda vera e straordinaria, è un inno alla Resistenza nel senso più intimo e umano del termine.
Non è solo lotta armata, ma soprattutto capacità di non rassegnarsi, di opporre l’umanità alla macchina della guerra, il filo alla violenza. Le sarte della Villarey diventano, senza volerlo, eroine, dimostrando che l’ingegno e la solidarietà femminile possono aprire varchi di salvezza anche nel buio più fitto.
La narrazione, attraverso gli occhi di Laura che osserva e impara, è carica di emozione autentica, senza mai scivolare nel retorico. Questo romanzo ci ricorda che i grandi cambiamenti storici sono spesso influenzati non dai potenti, ma dal coraggio semplice e quotidiano di persone che si rifiutano di voltare le spalle al dolore altrui.
Le Sarte della Villarey è un’emozionante esortazione a credere nella forza del bene contagioso. Se cercate un libro che vi tocchi nel profondo, vi faccia commuovere e vi restituisca fiducia nell’ingegno umano, dategli una possibilità. È un gioiello che merita di essere letto e tramandato. Viva la forza delle donne, da sempre e per sempre !
Titolo: Le sarte della Villarey
Autore: Elena Pigozzi
Editore: Mondadori
Genere: Romanzi e letteratura – Storici – Storie vere ; Storia e attualità – Questioni sociali – Femminismo
AUTRICE
Elena Pigozzi è scrittrice, giornalista e insegnante.
Con Piemme ha pubblicato L’ultima ricamatrice (2020, premio Pavoncella per la creatività femminile), La signora dell’acqua (2022, premio Melvin Jones e premio internazionale di letteratura Città di Como), con Marsilio Uragano d’estate (2009, premio internazionale Città di Penne Opera Prima) e con Giunti il saggio Letteratura al femminile (1998).
È dottore di ricerca in Linguistica applicata e linguaggi della comunicazione e diplomata alla scuola di specializzazione in Comunicazioni sociali dell’Università Cattolica di Milano. Per l’ospedale Sacro Cuore di Negrar di Valpolicella tiene laboratori di Medicina narrativa. Vive a Verona.



